
1912, Zanzibar. L’avventuriero Flynn Patrick O’Flynn, il migliore cacciatore di frodo di elefanti dell’Africa Orientale, fa una proposta molto ardita a Rachid El Keb, commerciante e armatore senza scrupoli che è diventato ricco esportando pietre preziose, donne per gli harem arabi e avorio di contrabbando. Una nave di El Keb deve accompagnare O’Flynn nella regione del delta del fiume Rufji per poi risalirlo dal mare: sono vent’anni che lì non si spara un colpo di fucile – è una zona controllata dai tedeschi – ed è pieno di elefanti che aspettano solo di essere abbattuti. O’Flynn conta di imbottire la nave d’avorio e di guadagnare un sacco di soldi. El Keb si rende conto che si tratta di una pazzia: entrare nei possedimenti del Kaiser con una imbarcazione che batte bandiera inglese e fare caccia di frodo è davvero rischioso. Ma – lo rassicura l’avventuriero – i tedeschi non hanno annesso ufficialmente nessuna delle isolette del delta del Rufji e prima che a Londra arrivi il primo telegramma di protesta da parte di Berlino la nave sarà già stracolma di zanne di elefante. Per la nave però serve un capitano di nazionalità inglese: con un ingegnoso furto e imbottendogli la testa di stupidaggini, O’Flynn incastra Sebastian Oldsmith, ventiduenne figlio di un commerciante di lana sbarcato in tutta fretta a Zanzibar da una nave diretta da Liverpool a Sidney dopo aver sedotto la figlia del governatore del Nuovo Galles del Sud. O’Flynn mostra a Oldsmith una lettera falsa completamente sconclusionata e sgrammaticata firmata dal Kaiser Guglielmo II Imperatore di Germania che lo incaricherebbe di “ammazzare un po’ di elefanti, visto che divorano l’erba, sradicano gli alberi e tutto il resto” e – grazie anche a generose porzioni di gin – lo convince a comandare la nave di El Keb…
Ispirato ad un avvenimento della Prima guerra mondiale, quando il mercantile da incursione tedesco “Königsberg” fu affondato nel canale Kikunya del delta del Rufji (in Tanzania, non in Mozambico come affermato da tutte le recensioni del libro che troverete sul web) dalle navi della Royal Navy grazie al decisivo aiuto di un avventuriero chiamato Jungle Man Pretorius che era salito sulla “Königsberg” travestito da indigeno, questo è un romanzo d’avventura ben strano. La prima parte ha i toni della commedia, con dialoghi da vaudeville e personaggi assolutamente caricaturali (il rude cacciatore di frodo, il laido mercante levantino, l’ufficiale tedesco che si abbuffa di wurstel, il goffo wannabe capitano), la seconda parte è un action implacabile e violento zeppo di colpi di scena e di lutti – che non vi sveliamo per evitare ogni spoiler. Wilbur Smith governa il plot con mestiere e talento, ma malgrado lo stile di scrittura impeccabile e il fascino dell’ambientazione storica (il passaggio di mano della Tanzania da Germania a Inghilterra a cavallo della Prima guerra mondiale) e geografica il romanzo non decolla mai pienamente, risultando uno dei meno riusciti dello scrittore sudafricano. Datato 1968, il libro nel 1976 è diventato un film diretto da Peter R. Hunt e interpretato da Lee Marvin e Roger Moore.