
Andrew Zansky è un quindicenne con una caratteristica particolare: pesa 138 chili. La madre dice che deriva da un problema ghiandolare ereditario, ma questo non convince Andrew dato che il padre e la sorella hanno un fisico atletico e magro. Da sempre è abituato a essere giudicato e valutato solo in base al suo corpo: la prima a farlo è proprio la madre che non solo lo etichetta come “ragazzo grasso” ma pretende di avere il controllo assoluto sull’alimentazione, tentando invano di farlo dimagrire, e sull’abbigliamento, cercando di farlo apparire magro agli occhi degli altri. Inoltre, nella scuola che frequenta, l’adolescente è spesso vittima di bullismo da parte di Ugo, un coetaneo che si diverte a rendergli la vita impossibile. La vita di Andrew cambia quando incontra April, una ragazza asiatica che frequenta la sua scuola. Bastano pochi scambi di parole per far innamorare il giovane ragazzo che prova per la prima volta la sensazione di voler essere considerato per quello che è realmente, oltre ogni apparenza. Perciò l’obiettivo è stupirla, sorprenderla: solo così può avere una chance con lei. Il piano sarebbe stato perfetto se Andrew, durante la lezione di Educazione Fisica, non rimanesse in mutande in mezzo al campo da calcio davanti a lei e a tutta la classe. Tutti i sogni sfumano. April entra a far parte del gruppo più popolare della scuola e lui si rassegna a trascorrere il secondo anno di liceo come un perdente. Ma un giorno O. Douglas, il ragazzo più famoso dell’istituto, gli rivolge la parola: cosa potrà volere un ragazzo come lui da Andrew?
Cibo, ragazze e tutto quello che non posso avere è un romanzo in cui si affrontano i dubbi, le angosce e le lotte quotidiane di un adolescente che cerca negli altri un’approvazione da sempre negata a causa del suo aspetto fisico. Allora la domanda sorge spontanea: è possibile essere amati per quello che si è realmente? Abituato a vedersi e ad essere visto solo come una “taglia 62 di pantaloni”, Andrew vuole trovare un modo per accettarsi, arrogandosi il diritto di essere felice e di avere una adolescenza normale come i suoi coetanei. È l’amore che lo porta a cambiare le prospettive sul suo futuro: vuole essere migliore, un vincente. L’obesità è sintomo di un profondo disagio le cui radici affondano nella famiglia, distante e poco unita. Tra i genitori divorziati presi dai loro problemi personali e la sorella poco affettuosa, il ragazzo si ritrova costantemente solo, a casa quanto a scuola. Qui è anche vittima di bullismo e questo contribuisce ad annientare maggiormente l’immagine che Andrew ha di se stesso. Per uscire dal letargo sociale in cui il ragazzo ha vissuto fino ad ora, deve mostrare le sue qualità: ma come si fa a capire che doti possiede una persona? Come tutti gli adolescenti anche lui si ritrova davanti alla domanda esistenziale per eccellenza: chi voglio essere? Uno sportivo, uno studioso o solo un ragazzo grasso? Una cosa è certa: bisogna essere se stessi, senza vergogna, senza giustificazioni, senza menzogne. E allora quali sono le cose che Andrew non può ottenere? Apparentemente troppe data la sua condizione. Ma forse tutti questi orizzonti irraggiungibili sono solo frutto di limitazioni imposte da una società con la quale si deve convivere.