
La piccola Marta è nata a Napoli. Di quei suoi primi anni di vita si ricorda le giornate di mercato con la mamma e il papà, i colori e gli odori, le urla dei pescivendoli. Erano anni di grandi divertimenti, contornata da zie e cugine, le nonne inseparabili sempre pronte a giocare a scopa, Pietro il portinaio. Ma il gioco più divertente era starsene sul bancone insieme alla sorella Anna e lanciare di sotto tutto quello che capitava sotto mano. E poi c'era il papà, che quando tornava a casa dai lunghi viaggi di lavoro era sempre una festa. È stato proprio lui ad instillare in Marta il germe del nomadismo, forse perché – a parte quei primi anni a Napoli – la sua infanzia è trascorsa sempre in giro per l'Italia e per l'Europa...
La vita, vista con gli occhi di una bambina, è sempre qualcosa di molto speciale, e quello che a una persona adulta potrebbe sembrare normale prende a volte le forme della magia e dell'incanto. Così, in questo racconto ogni luogo e ogni personaggio si rivelano per la piccola Marta unici e sorprendenti: dalla zia dai fianchi larghi al papà bello e misterioso, dalle esuberanti amiche della mamma agli straordinari giochi fatti insieme alla sorella. Una autobiografia, questa di Marta Jorio, autrice sia dei testi che delle illustrazioni, capace di tratteggiare la storia di una tipica famiglia meridionale di fine anni '70 con una verve sognante molto adatta ai ragazzi. La Jorio però racconta di sé soprattutto attraverso le illustrazioni, colorate a tempera con le tracce di un pennello, a cavallo tra l'impressionismo e l'espressionismo. Non ci sono tratti di matita e le pagine – profumatissime – si riempiono direttamente di toni e sfumature piene della allegra nostalgia, di ricordi che si fanno viva realtà.