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Cieli celesti

Cieli celesti

“Riverso sul lettino in terrazzo” il poeta scruta la profonda densità del cielo “azzurro di un azzurro fitto,/ pieno, come più mani di azzurro”. È come se si affacciasse solo ora, dopo lungo peregrinare alla ricerca della verità, al cospetto dell’insondabile mistero della vita che ricopre immutato il vasto spazio della transizione umana. E si scopre esposto a specchi tormentosi, a rifrazioni indecifrabili, a enigmi del cuore, a segni da interpretare con la sensazione angosciata che nulla cambi mai veramente, che “tutte le vite che sono state e che sono/ e anche quelle che saranno” siano come “una vita sola/ come la palla di Parmenide”. Insomma che gli uomini non siano altro che tasselli, passaggi dell’evoluzione: “Ci falcia il tempo, che ci insegue in ogni momento/ dopo averci partorito, / ci tiene il fiato sul collo/ e non ci lascia respirare.” Allora le immagini di immensi paesaggi interiori si schiudono e risuonano di significati che si allacciano in un cammino lieve e sinuoso, costellato di nessi inattesi, transizioni ironiche ed emozioni intense, ma cesellate dall’amara consapevolezza che “non siamo soli, siamo in tanti, / siamo un esercito immenso, / marciamo insieme, spinti dal tempo/ con questa croce nel cuore”…

La poesia non è solo passione profonda del cuore, ma una forma d’arte in cui si combinano intuito e acume, capacità di attingere l’universalità dell’esperienza umana e tensione intellettuale, stupore e vigile attenzione applicati alla descrizione di realtà fugaci, mobili e ambigue che non è possibile portare alla misura precisa di ciò che è definibile. E come nasca la poesia lo si percepisce ancor più nei componimenti di questa nuova raccolta di Claudio Damiani: una sorta di canzoniere denso di riflessioni filosofiche e di componimenti satirici, che rivisita la tradizione classica in chiave moderna con il fascino di una scrittura in cui ciascun vocabolo è scelto con cura e nessuna parola è superflua. In ogni verso si respira la nitidezza di una poesia prosastica fluida ma raffinata, che conserva le qualità di un verseggiare antico in cui i termini preziosi e i temi alti balenano senza mai pesare. Cieli celesti è davvero un libro di singolare bellezza e di grande importanza, perché sa coniugare la lezione di Orazio e Petrarca alla voce contemporanea, ma uscendo dal guado degli echi e trovando una propria autonomia che fa di Damiani uno dei poeti tra i più apprezzati del nostro tempo.