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Clara legge Proust

chiaraleggeproust

Chalon-sur-Saône. La signora Habib gestisce il Cindy Coiffure, una bottega lunga e stretta dove un’affezionata clientela si reca per darsi una sistemata all’acconciatura ignorando il fatto che quel posto è effettivamente un poco antiquato già nel nome, che andava di moda forse ai tempi del primo proprietario, diversi anni prima. Qui come parrucchiera lavora Clara, una ventitreenne la cui vita scorre fin troppo placidamente: di giorno prende a metodiche sforbiciate infinite ciocche di capelli, guadagnandosi l’approvazione delle clienti e della proprietaria, di sera ritorna nella sua casa dove passa il tempo con un micio che è tutto fuorché coccoloso e di compagnia e un fidanzato con cui non si sente più in sintonia da un po’. La vita che conduce Clara è tranquilla, quindi, di certo qui a Chalon-sur-Saône non ha nulla a che vedere con le pressioni di Parigi, ma questa calma è anche sinonimo di routine priva di qualunque slancio, senza possibilità di crescita e realizzazione dei propri sogni. Un giorno però un cliente abbandona in negozio un libro di Marcel Proust e Clara decide che in fondo aggiungerlo alla propria libreria non sarà un male e così lo ripone sullo scaffale, dimenticandosene. Quando qualche tempo dopo cede al richiamo di quel tomo ecco aprirsi davanti a lei un mondo inaspettato, ricco di possibilità e della giusta spinta per fare della sua vita qualcosa di straordinario, di più coerente con le sue aspirazioni…

Una perfetta commedia romantica. La scrittura nella prima parte è leggera, frizzante, ogni pagina è come la descrizione di una vignetta, buffa ma anche un po’ sarcastica, raffigurante l’ordinaria attività in un negozio di parrucchieri. La signora Habib è descritta con grande scrupolo, tanto da sembrare vera. La parte più emozionante del romanzo è però certamente quella centrale, in cui Clara cede all’impulso di leggere il misterioso libro che si è portata a casa dal lavoro. Qui la narrazione diventa armoniosa, evocativa e quasi poetica, il rapporto che si crea tra Clara e Proust è talmente forte da essere emozionante. In questa parte di testo nella testa del lettore inizia a formarsi la domanda principale che lo accompagnerà fino al termine della lettura: Clara è innamorata della scrittura di Marcel Proust oppure della lettura in generale? Da qui però deriva anche il lato dolce-amaro dell’opera: il finale arriva troppo velocemente, facendo evaporare un po’ la magia delle pagine precedenti. In un attimo la storia giunge a compimento e al lettore non resta che rassegnarsi alla fastidiosa sensazione che un’idea così ben realizzata fino al finale possa essersi conclusa in quel modo così insipido.