
1916. In una trincea italiana, il sottotenente Sant’Elia dorme e recupera, come può; i suoi soldati pensano che stia sognando di ballare con una delle sue donne. Invece l’architetto e pittore futurista sta immaginando una città modernissima, dai grattacieli (anzi: dalle grattanuvole) svettanti, mentre guida automobili colorate e velocissime; sta vedendo forme nuove nello spazio, le sta già abitando. Viene svegliato: il nemico avanza, è alle porte; adesso serve difendersi, serve fronteggiarli. Sant’Elia cadrà là, a Monfalcone, ventottenne. I suoi disegni ispireranno la Metropolis di Fritz Lang. 1916, ancora. Dalle parti di Verona. Il pittore Umberto Boccioni, volontario al fronte, sta pensando ai suoi prossimi quadri – sta pensando al suo linguaggio, pretende d’essere modernissimo: sta decidendo cosa diventare. Nel frattempo, due cavalli discutono della guerra: di come sta cambiando, di quanto s’è fatta tecnologica, di cosa li attenderà in futuro, sognando che quel macello possa cambiare qualcosa nell’anima degli uomini. Il povero Boccioni morirà stupidamente, cadendo da un cavallo imbizzarrito. Adesso andiamo altrove: 1914, fronte francese. In una trincea tedesca, il solare pittore espressionista August Macke, 27 anni, legge, sconcertato, le notizie del bombardamento di Anversa – gli animali del giardino zoologico sotto stati abbattuti poco prima, per evitare ulteriori disgrazie. Immagina la freddezza dei soldati spediti a massacrare le tigri, le zebre, le antilopi, i cerbiatti: è allucinato. Macke, uno che credeva che contemplare gli animali significasse capire il loro mistero, e che conoscere il linguaggio delle forme volesse dire essere più vicini al segreto della vita, sprofonda nell’angoscia di quell’eccidio di innocenti. Morirà in battaglia, proprio nell’ultimo giorno di servizio; Franz Marc piangerà la morte di un artista insostituibile. Poco dopo, piangeremo la morte di Franz Marc: sprofonderà così una generazione di artisti tedeschi unici. Andiamo ancora altrove: 1916, fronte francese. In una trincea inglese, incontriamo Hector Munro, detto Saki, giornalista e scrittore: 46enne, partito volontario, fronteggia un assedio nemico; ha strane allucinazioni, vede soldati-coniglio, combattimenti in cielo tra cornacchie e sparvieri, legioni di licantropi. È appena stato ferito...
Primo volume della collana “B Comics. Fucilate a strisce”, curata da Maurizio Ceccato per la sua storica “label bonsai”, la IFIX, Coloreinferno è stato pubblicato in coincidenza col centenario dell’armistizio della Grande Guerra; è una pubblicazione pacifista, nata per deplorare l’assurdità della guerra e per piangere artisti e intelligenze cadute al fronte. Nove sono le vicende raccontate: in ognuna l’illustratrice, Cecilia Valagussa, è andata omaggiando – quando si trattava di restituire pittori o scultori – il loro stile, spogliandosi del suo: i risultati migliori mi sembrano quelli dei capitoli dedicati a Franz Marc, August Macke e Antonio Sant’Elia. Il risultato è forse meno convincente quando si tratta di raccontare la vicenda della spia Mata Hari o dello scrittore francese Louis Pergaud; in generale, non sempre la sceneggiatura tiene il passo della (buona) qualità delle illustrazioni. L’edizione IFIX ha una seconda e una terza di copertina vivaci e parlanti: in seconda c’è la mappa satirica dell’Europa nella Grande Guerra, di Zimmerman; in terza, c’è un collage di quotidiani del 1918, dal “Corriere della Sera” al “Daily Telegraph”: “World War is Over”, “L’Austria ha capitolato”; qua e là, si leggono articoli sulla “delirante accoglienza di Trieste ai suoi liberatori” e su Leopoli occupata dagli ucraini. In quarta, Erasmo ricorda che dolce è la guerra se non la si conosce: impressionante il contrasto con la bandella bellicosa firmata Marinetti. Qualche cenno sugli autori, per finire. Ariel Macchi, fumettaro brianzolo, classe 1960, ha scritto Le avventure possibili (disegni di Sergio Toppi) e Vita di Ambrogio (disegni di Renzo Maggi); Cecilia Valagussa, da Lecco, classe 1989, alle spalle una laurea in Arti Visive presso la NABA di Milano e un master in Comics and Illustration presso la Sint-Lukas di Bruxelles, ha pubblicato due graphic novel, oltralpe: Les errances du Vaurien e P.I.G.S. In questa edizione IFIX, possiamo apprezzare il “backstage” del suo lavoro, in appendice: una trovata divertente e filologicamente stimolante.