
In letteratura è come in teologia: valgono le sole domande. Tali domande tuttavia devono essere caratterizzate da un sufficiente coefficiente di intelligenza per stimolare risposte altrettanto intelligenti. Questo non è un libro che contiene regole auree o precetti su come, cosa, dove e di chi scrivere, poiché istinto e talento sono pietre angolari della costruzione letteraria che si vuol architettare. C’è però una regola, forse l’unica che valga la pena di essere appresa, una sorta di principio di fedeltà: la capacità di concentrarsi su ogni frase, su ogni pagina, senza perdere di vista l’insieme. Detto questo, è pressoché impossibile saper scrivere senza saper leggere. Sin dai tempi di scuola, seppur con la lente spessa di chi è adolescente, era facile lasciarsi catturare dall’epica guerresca di Troia e dai suoi personaggi ardenti e meravigliosi. Prima ancora l’approccio con la fiaba e con i suoi insegnamenti condensati in poche, semplici pagine. In ogni caso, anche a quell’età accade di percepire la potenza di determinate letture, e, parafrasando Proust, lo sguardo del giovane e inesperto lettore (e uomo) sa essere determinante in quelli che si definiscono libri di formazione. In generale non sono tantissimi, e non è neanche detto che siano di altissima e riconosciuta qualità, ma sono in grado di segnarti per una vita…
Adriano Bon, milanese classe ’52, conosciuto ai più con lo pseudonimo dotto di Hans Tuzzi – si tratta di personaggio de L’uomo senza qualità di Robert Musil – è immerso nella letteratura fino al collo: come giallista, in quanto creatore della fortunata saga del commissario Melis; come bibliofilo e come saggista, autore di diversi testi concernenti letteratura, viaggi e riflessioni. Con questo Come scrivere un romanzo giallo o di altro colore ci si imbatte nell’arco di volta della sua ricca produzione, poiché si affrontano le tante tematiche e passioni che Tuzzi ha modo di coltivare giorno per giorno. Presentato nella veste di un agile manualetto, questo saggio rivela sin dalle prime pagine passione e competenza, due ingredienti fondamentali, nella vita come nell’arte per confezionare lavori ben riusciti. A ciò Tuzzi, con divertito e divertente snobismo, aggiunge considerazioni taglienti e ammicca a questo o a quell’autore, celebrandolo o sfottendolo bonariamente. Diviso in capitoli come ogni manuale di scrittura che si rispetti, l’autore ci parla di costruzione dei personaggi, di incipit e explicit convincenti e pregnanti, di regole non regole di genere e così via, usando come maestri giganti e non della letteratura d’ogni tempo, da Omero a Tolstoj, passando per Stendhal e Proust (o si ama l’uno o l’altro, scrive), sino ad arrivare a contemporanei quali DeLillo e Follett. Decisamente un manuale di scrittura sui generis, un caleidoscopio divertente ed emozionante al pari di un romanzo, giallo o di altro colore.