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Come (un soffio) d’aria da altrove

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C’è stato qualcuno che ha giurato di aver sentito, proprio poco prima della proclamazione del libro vincitore della LXXVII edizione del Premio Strega, un refolo d’aria fredda calare sulla platea accaldata come plana un uccello. È stato allora, a ripensarci, che la signora dalle dita piene di anelli si è stretta in uno scialle coprendo le spalle fino a quel momento rigorosamente nude e ha guardato verso il cielo con aria turbata. Il che sarebbe un particolare di nessuna importanza, se non fosse che la stessa signora poco prima – incoraggiata forse anche da due cocktail di seguito trangugiati a stomaco vuoto – aveva dichiarato con aria solenne di essere una sensitiva, una che ha un canale di comunicazione aperto con “l’altrove”: lo ha chiamato proprio così.



E in effetti il quasi colpo di scena (fino allo Strega Off veniva data per sicura vincitrice Rosella Postorino, ma nelle ventiquattro ore seguenti ha cominciato a circolare tra gli addetti ai lavori la notizia che c’era un possibile sorpasso in atto) della vittoria postuma della compianta Ada D’Adamo un sapore di “altrove” ce l’ha. Gli invitati, che durante tutta la serata si erano appassionati più alla competizione tra Stregotto e Strega Mule come miglior cocktail dell’evento (credo abbia vinto il secondo per un’incollatura), improvvisamente sono stati percorsi da una scarica d’energia e hanno applaudito con convinzione l’esito della votazione. Il soffio d’aria ha carezzato Alfredo Favi, il marito della scrittrice scomparsa, ed è tornato in alto.

Il totale dei voti espressi, 561 (pari all’85% degli aventi diritto), ha portato alla vittoria il romanzo di Ada D’Adamo, Come d’aria (Elliot), con 185 voti. Seguono Rosella Postorino con Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli), con 170 voti; Andrea Canobbio con La traversata notturna (La nave di Teseo), con 75 voti; Maria Grazia Calandrone con Dove non mi hai portata (Einaudi), con 72 voti; Romana Petri con Rubare la notte (Mondadori), con 59 voti.

Due parole sulla gestione dell’evento: spesso divertente e centrato il sarcasmo feroce di Geppi Cucciari – che temo ieri sera non si sia guadagnata l’affetto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, anzi – mentre la trovata di interpellare “passanti” sulle copertine dei libri in gara (forse sulla carta divertente) si è rivelata alla prova dei fatti di una tristezza assoluta.

Foto credits: Musacchio, Ianniello, Pasqualini & Fucilla.



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