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Come una piuma

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Reenie e Rufus, un’amicizia improbabile. Entrambi separati dalle rispettive madri, si ritrovano soli ed impauriti. Reenie, che in realtà si chiama Maureen, viene affidata ad una zia paterna che non ha mai conosciuto dopo che la madre è stata ricoverata in ospedale per depressione. Era già successo, e la ragazza allora era rimasta a casa della nonna, ma poi un litigio troppo violento aveva fatto intervenire l’assistente sociale ed ecco che Reenie si ritrova ora nella casa di una strana signora che parla poco ed alleva rapaci. Dalla diffidenza iniziale, dovuta soprattutto alla paura di affezionarsi e di dover perdere tutto per l’ennesima volta, la ragazza inizierà a fidarsi della donna, soprattutto grazie ai suoi insegnamenti relativi alla falconeria. Contemporaneamente a questa, ecco la storia di Rufus, piccolo gufo della Virginia che si ritrova solo dopo che sua madre è stata catturata e sua sorella ha lasciato il nido. Non sa volare, non ha ancora imparato a cacciare, non può sopravvivere da solo nel bosco. Zia Beatrice lo porterà a casa per aiutarlo e questo consentirà a Reenie di aprirsi nuovamente alla vita, incominciando col prendersi cura del volatile…

Due storie parallele che procedono capitolo dopo capitolo, seguendo alternativamente l’uccello e la ragazza. Due situazioni simili per due esseri diversi che si incontrano e che imparano, una nella cura e l’altro nell’affidarsi a quelle cure, a superare le proprie paure e a volare. La situazione familiare della ragazza è davvero triste, ma i segnali di speranza e di un futuro migliore sono presenti in tutta la storia: gli incontri con la madre, inizialmente persa in un suo abisso di tristezza, in cui tocca alla figlia comportarsi da adulta, ma che pian piano rivelano il percorso riabilitativo che il genitore sta cercando di seguire con tutte le sue forze; gli amici nella nuova scuola in cui Reenie viene iscritta, che la accolgono insieme ai suoi silenzi e ai suoi strani comportamenti; la zia che le apre la sua casa, senza remore, cercando di superare il dolore di una sua personale sofferenza. Con modalità differenti, ma in fondo anche molto simili, si sviluppa il percorso del piccolo gufo che, inizialmente arrabbiato e diffidente, imparerà a fidarsi della ragazza e, soprattutto, delle sue capacità e si librerà in volo. Un libro ben scritto, che non nasconde le difficoltà e i problemi, e che presenta un finale lieto che le storie per ragazzi dovrebbero sempre avere, ben diverso dal lieto fine “vissero tutti felici e contenti”; la storia infatti non evita di far soffrire i due protagonisti, ma gli concede la speranza, molto realistica, di credere che le cose possano migliorare e che, insieme e non da soli, anche le sofferenze e le difficoltà possano essere vissute e superate. Consigliato a partire dai dieci anni, contiene un glossario finale relativo alla falconeria.