
Roma. Al Vittoriano è allestita una mostra sul massacro dei malati psichici durante il regime nazista. Sergio Fiorani, giornalista, incontra l’infermiera Milena per un’inchiesta su un presunto traffico d’organi. Strano posto per incontrarsi. Strana coincidenza per parlarsi. Il traffico è più diffuso di quanto si possa pensare: gli organi arrivano dalle donne e dai bambini di Asia e America Latina. Basta pagare. Milena suggerisce di indagare presso una clinica di via Tuscolana. Dopo qualche giorno viene trovata morta. Apparentemente suicida. Sempre a Roma, arriva una sedicenne nigeriana attratta dalle promesse di un futuro migliore. E poi costretta a prostituirsi e a restituire a Mama Isigbe sessantacinquemila euro. Sotto minaccia di juju, il voodoo nella versione nigeriana. A Rio de Janeiro, meta di turismo sessuale, si registra un omicidio ogni due ore, soprattutto nelle favelas. In una di queste baraccopoli vive Marielle Franco, strenua combattente per i diritti delle donne. La sua lotta viene fermata con dieci colpi di pistola, dagli “squadroni” della polizia corrotta. Nella Repubblica Democratica del Congo il dottor Mukwege in quindici anni ha operato più di cinquantamila donne vittime di stupri di guerra. E denunciato al mondo intero la barbarie del genocidio sessuale…
Sono solo alcune delle ventidue storie vere, taglienti e profonde come le ferite inferte alle donne di tutto il mondo. Storie di morte ma anche di riscatto, di dolore e di sopravvivenza. Storie forti, che non lasciano indifferenti. Che colpiscono duro. Che fanno arrabbiare. Che fanno rabbrividire. Con puntuali riferimenti di cronaca e di diritto, e un linguaggio essenziale e diretto, Aldo Forbice, giornalista e saggista interessato alla politica e alle questioni sociali recentemente scomparso, portava qui alla luce “Cronache di schiavitù e violenza”, come suggerito dal sottotitolo, con l’obiettivo di contribuire a sconfiggere l’indifferenza che ammanta il tema delicato e (purtroppo) attuale della violenza ai danni delle donne, nelle sue innumerevoli becere espressioni. “Il più grande sopruso contro le donne è aver tolto loro la voce nel corso dei secoli e dei millenni”, commenta la scrittrice esperta in schiavitù Emma Pomilio nella puntuale (e pessimistica) prefazione. Traffico d’organi, prostituzione minorile, tratta delle schiave, infibulazione, violenze, omicidi, spose bambine e matrimoni combinati, stupri, soprusi. Le radici di tutto il male perpetrato nei secoli ai danni del sesso debole risiedono nella volontà di potere maschile. Un potere che deve essere preservato. Ad ogni costo. L’accademico Gianfranco Pasquino, nella sua stimolante postfazione, traccia una possibile via per il cambio di rotta: la cultura resta l’unica vera arma in questa guerra senza confini.