
Spirito ironico che di certo non manca a Stephanie Calman, l'autrice di Confessioni di una donna incasinata. In una successione di eventi travolgenti e divertenti, senza timore, la scrittrice dalle molte sfaccettature si mette a nudo e confessa le sue fragilità, le insicurezze, le debolezze a fare fronte ai molteplici (seppure a volte banali) attacchi della burrascosa quotidianità. Il libro, scritto in un linguaggio che ha il sapore di casa e familiarità, strappa infiniti sorrisi per la sua spontaneità irriverente, per le battute comiche e sardoniche che escono dritte dal cuore. Quei quadretti di spaccato casalingo – una sorta di brevi sketch a tema – non hanno nulla di fantasmagorico: sono storie di vita vissuta narrate attraverso il filtro dell’ironia, a volte ingenua, ma utile per sdrammatizzare le pressioni della vita. Il romanzo è l’occasione per l’autrice per un flashback tra episodi di gioventù: scambi di opinioni con la sorella, dissapori familiari, la fine del rapporto dei suoi genitori si affacciano tra le situazioni di oggi e sono il giusto mezzo per un bilancio della sua vita che tutto sommato, Stephanie dice a se stessa, non è poi così fallimentare e disorganizzata come ad uno sguardo di superficie, potrebbe sembrare È l’inizio di un percorso verso l’acquisizione di quella agognata maturità e di un equilibrio interiore raggiunto a poco a poco, come una conquista, tra gli ostacoli piccoli e grandi della vita. Ciò che appare un limite - le frustrazioni, le amarezze di tutti i giorni, il tempo che scorre infingardo e beffardo lasciando i segni sul corpo, le situazioni e le cose - diventa un punto di forza per la costruzione di qualcosa di più rassicurante per se stessa ed il suo mondo di affetti e pensieri, anche quando tutto sembra vacillare e fare a pugni con la pazienza e la necessità di essere ragionevole (o adulta) nella guerra della vita che può essere dura, eccitante ma anche dolce e divertente. Con sarcasmo, Stephanie si racconta in tutto il suo essere donna, fino a sondare l’intimo. E al lettore resta la voglia di un sorriso anche sul meno “meraviglioso” della vita.