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Contro lo Stato - Articoli (1935-36)

controlostato

La ricostruzione del dialogo a distanza fra Camillo Berneri – anarchico – e Carlo Rosselli – socialista fra i fondatori di “Giustizia e Libertà”. L’idea di una democrazia che parte dal basso, che coinvolge nella sua costruzione il popolo tutto, contro ogni riduzione al pensiero unico, è il tema portante dello scambio di idee fra questi due ‘cugini’, come li definisce Di Brango, di fronte al dilagare morboso e pericoloso dell’ideologia fascista degli anni ’30. Le loro esperienze, pur così differenti, li porteranno all’esilio prima e a fronteggiare fisicamente l’orda fascista poi sul primo grande campo di battaglia, quello della rivoluzione antifranchista ed antifascista spagnola. L’esperienza di quella guerriglia, tragica per entrambi, così come quella sulle pagine di “Giustizia e libertà” ed altre riviste dell’epoca che oggi non ci sono più, li avvicinerà e respingerà allo stesso tempo. Si tratta di due grandi personalità contro ogni logica coercitiva e contro ogni schema precostituito, a partire dagli stessi partiti, come quello comunista, che sentivano come un’organizzazione artificiale, una struttura lontana dal sentire del popolo, con idee non sempre realizzabili. Ovviamente è alternativa migliore al partito fascista, a cui si oppongono fin dall’inizio, ma in ogni caso è un’esperienza riduttiva…

Il lavoro curato da Enzo Di Brango, con contributi di Roberto Carocci e Santi Fedele, è necessario in un momento storico e politico così fluido e privo di certezze come quello che stiamo vivendo in questi mesi. Berneri e Rosselli sentono il bisogno di misurarsi, con le azioni e con le parole, con la necessità di far partire un’idea nuova di costruzione democratica dialogando direttamente con tutti gli oppressi: non a caso Camillo Berneri si dedicherà, nei pochi mesi che seguiranno la vittoria di Guadalajara contro la brigata fascista del 1937, alla formazione, al dialogo, alla diffusione del verbo democratico. Il loro scambio di idee non è mai banale né è sterile propaganda, è anzi una ricca ed articolata riflessione che prova a smontare tassello dopo tassello un sistema che sta stritolando il pensiero dell’uomo. Non a caso il movimento giellista fa riferimento ad un nuovo Umanesimo ispirato dall’idea di ritorno all’uomo (Berneri cita espressamente la massima del poeta latino Terenzio: “Homo sum, humani nihil alienum a me puto”, ovvero “Sono un uomo, non reputo distante da me nulla che sia umano”): l’idea da recuperare è quella dell’uomo al centro della sua autodeterminazione, fisica, emotiva, morale e filosofica. Significa restituire alla società questa visione, per cui il padrone vede nel suo dipendente un uomo, prima ancora che un essere da sfruttare; l’economista vede dietro al produttore un uomo; il politico vede nei cittadini degli uomini a cui prestare attenzione, prima ancora che dei voti da accaparrarsi o degli stolti da raggirare. È un libro molto complesso che appare, dopo quasi cent’anni dalla pubblicazione degli scritti accuratamente raccolti e commentati nell’introduzione e nella prefazione, fortemente moderno per le implicazioni ideologiche e morali. Un libro che parla tranquillamente alla politica di oggi, pur riferendosi alla politica di ieri, da cui appare evidente non abbiamo imparato molto.