
Cornelius Athanasius Holmes è convinto di essere il successore nonché l’erede delle doti del conosciutissimo detective, Sherlock Holmes. Vive con il suo cane bassotto, Watson, a Londra. È un uomo sulla cinquantina, mangiatore compulsivo, che non ha bisogno di lavorare perché campa con i soldi ereditati dalla famiglia, ed è convinto di possedere indiscutibili capacità investigative. Un giorno quest’ometto paffuto legge su una rivista che alla duchessa di Bakerville hanno rubato il rarissimo barboncino Dorothy, ereditato da suo padre e, prima ancora, da suo nonno. Questo diventa il nuovo caso di Cornelius Holmes, che si mette subito al lavoro per ritrovare l’amato cagnolino dagli occhi viola. Per sua attitudine, il signor Holmes vede complotti ovunque: capisce subito che quello di Dorothy non è un caso isolato. Come avrebbe fatto il suo mitico antenato, Cornelius Holmes parte dall’osservazione per trarne deduzioni logiche: chi rapisce cani di piccola taglia senza chiedere un riscatto, come potrebbe ricavarne soldi? Le ipotesi di Cornelius Holmes partono dal cinodromo, dove trova solo levrieri; passano attraverso un ristorante che lui crede essere cinese (ma in realtà è vietnamita!) dove l’acuto detective ipotizza che la carne di cane abbia mercato, cadendo in un banalissimo quanto imbarazzante luogo comune; arrivano alla mappa dei 300 negozi londinesi di animali, a cui i ladri avrebbero venduto le malcapitate bestiole dal raro pedigree. L’indagine si conclude in realtà alla mostra canina, pubblicizzata sulla stessa rivista dove il fantomatico detective aveva letto la notizia iniziale del rapimento. Naturalmente dietro al caso c’è Moriarty, l’acerrimo nemico di Sherlock Holmes, o meglio il suo discendente, contemporaneo di Cornelius Holmes, il quale ora è sicuro che sia proprio nello stile di Moriarty nascondere la soluzione dove tutto a avuto inizio. In realtà è esattamente così: la soluzione stava proprio scritta in quel giornale: sarebbe bastato leggere fino in fondo l’articolo sul rapimento! Ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene...
La spassosa storia del fantomatico Cornelius Holmes è raccontata in prima persona da Watson, come classicamente avviene per le avventure dello Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. Questa volta, però, l’inquilino narrante non è il celebre e buon dottore: Watson infatti è il bassotto del signor Cornelius Holmes! Il cane, fin da subito, intuisce gli esiti dell’indagine, ma per ovvi motivi non può comunicarli a quel padrone dalle idee strampalate e con la mania del complotto. I numerosi riferimenti e i dettagliati richiami alla celebre serie di gialli, passando attraverso improbabili personaggi e assurdi accadimenti, rimangono un’irriverente e divertente trovata. Celebre autore di letteratura per ragazzi oltre che fumettista e illustratore, Davide Calì, plurirecensito su Mangialibri, pubblica questo giallo per ragazzi (con la copertina gialla, per non sbagliarsi!) nella collana Maxizoom: “storie vive, spassose e nuove, raccontate da grandi autori, per lettori dagli 11 ai 14 anni” è la definizione sul sito della Biancoenero Edizioni che, come sempre, predilige “l’alta leggibilità”, utilizzando accorgimenti grafici e visivi che facilitano la lettura del libro. La leggibilità è inoltre assicurata dalle illustrazioni di Sara Gavioli che si inseriscono nel testo con i loro colori gialli e neri, rendendolo ancor più scanzonato e divertente.