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Corpi minori

Corpi minori

2007. Penultima settimana di giugno. Il clima è ideale. Non fa né caldo né freddo; una delle poche giornate dell’anno in cui l’aria è così sottile che pare non ci sia. Lui ha appena compiuto ventuno anni e da un po’ è alla fermata del 15, nel quartiere Stadera, e attende lo stesso tram che ha preso per anni, per andare al liceo da Rozzano a Milano e viceversa, quel tram che attraversa i tre chilometri e mezzo di via dei Missaglia, dall’estrema periferia sud, il paese dei poveri, alla città. Indossa una t-shirt gialla e un paio di pantaloni corti e pensa alla serata che lo attende e alla settimana prossima, quando andrà al mare con Melissa e Ismene. Ogni anno, finito il periodo scolastico, la madre smette di comperargli l’abbonamento ai mezzi pubblici. Dice che lo fa per risparmiare e che, anche se lui è maggiorenne, finché vive in casa con lei deve rispettare le sue scelte e adeguarsi alle sue decisioni. Lui, però, vuole andare comunque a Milano, deve farlo. Deve colmare quella decina di chilometri, che lo separano dalla vera vita, il più spesso possibile. Tutte le volte che prende la multa perché lo beccano senza biglietto non lo dice alla madre. Il verbale finisce nella spazzatura appena scende dal tram e lui è convinto che prima o poi lo andranno a cercare e scatterà un pignoramento. Forse finirà in galera, poiché è nullatenente. Dopo un giro in Duomo, mentre è una volta ancora in attesa del tram che lo riporta a casa, sfoglia il volume illustrato sulle ultime tendenze dell’arte figurativa. Subito dopo la maturità, indeciso tra due corsi di laurea, ha scelto Filosofia e un’università privata a Cesano Maderno. La retta è stata interamente coperta da una borsa di studio. Ha trascorso quindi un semestre in Brianza a contatto con i figli dei ricchi, poi ha smesso di frequentare. Ora ha deciso. A settembre andrà all’Accademia di Brera, indirizzo Pittura...

In astronomia i corpi minori sono asteroidi, meteore, comete; piccoli corpi celesti che gravitano intorno ai pianeti. In amore, invece, e soprattutto quando si parla di desiderio, tutte le volte che si è attratti da qualcuno o da qualcosa si finisce per eleggerlo a corpo maggiore e ci si gravita intorno, come corpo minore appunto, costruendo un rapporto gerarchico. Jonathan Bazzi, nel suo secondo lavoro - uscito a quasi tre anni di distanza da Febbre, potentissimo romanzo d’esordio - esplora il volto più controverso del desiderio. Da un lato il romanzo conserva le caratteristiche fortemente autobiografiche del precedente lavoro, ma dall’altro si fa portavoce di una verità universali: l’amore, da solo, non sempre è sufficiente per superare le paure e le ossessioni, le incertezze e i peggiori impulsi. È sufficiente una sola delle piccole voci che abitano la mente del protagonista a mandare in crisi l’apparente solidità della relazione costruita con il compagno, al quale resta a fianco così che la sua sopravvivenza sia garantita e la sua fuga dalla grettezza e dalle limitazioni della provincia per il bagliore della città continui ad essere possibile. Milano rappresenta il luogo delle possibilità e dell’emancipazione, ma non quello della libertà. Ecco allora che la smania del riscatto sociale si mescola con la consapevolezza che sia necessario fare i conti con il proprio sé più intimo e profondo se si intende giungere ad una piena accettazione del proprio essere. Parla soprattutto di amore, dunque, Bazzi nella sua storia e in particolare del passaggio dall’amore immaginato e sperato a quello reale, quello in cui si riflettono le derive del desiderio e si deve cercare di comprendere quale sia il proprio posto. Con un linguaggio tagliente e diretto diventato sua cifra stilistica, Bazzi - egli stesso corpo minore - offre al lettore spunti di riflessioni profonde e universali: “Io sono, noi tutti siamo quel punto neutro, inqualificato che osserva, ha sempre osservato, il trasparente occhio interiore a cui la nostra stessa esistenza è data in forma di scena - lì siamo, solo lì ci potete trovare”. Corpi minori e maggiori accomunati e resi simili dalla stessa fame di vita e dal medesimo desiderio di prenderla a morsi.