
Siria, aprile 2016. Una fila di lenzuola appese delimita lo spazio di un’aula scolastica, ultimo baluardo di normalità e di speranza tra bombardamenti e macerie. E innumerevoli vite spezzate. Leila lavora lì come volontaria. Ad interrompere il suo lavoro è l’arrivo di Faisal, che le mette in mano un kalashnikov e la invita a seguirlo verso una “casa amica” per parlarle del futuro che la aspetta lontano da lì. Fuggire in Europa, far conoscere al mondo la sofferenza siriana, lottare da lontano ma viva per la sua gente. Forse la proposta non è così male. Due anni dopo, in Iran, gli studenti dell’università di Teheran manifestano contro il regime. Nilufar rivendica apertamente i diritti delle donne e il video che riprende il suo discorso fa velocemente il giro del paese. Più difficile ancora della lotta politica è affrontare la sua famiglia, la loro sofferenza e la loro disapprovazione per essere stata così poco prudente. Deve nascondersi in Turchia e rinunciare alla laurea. Si senta una vigliacca ma non può opporsi a quanto stabilito da suo padre: ha messo l’intera famiglia in pericolo. L’anno successivo, a Roma, Ada ha appena fatto domanda di disoccupazione ma a casa non ci resta a lungo: è in partenza per la Turchia in missione umanitaria. Nessuna di loro può immaginare che le loro vite si incroceranno in un campo profughi su un’isola del Mediterraneo orientale...
Il racconto dei percorsi di vita delle tre donne protagoniste di questo intenso e coinvolgente romanzo, si intreccia e si alterna a pensieri ed emozioni affidate a lettere e pagine di diario. A fare da cornice, la storia di Sara e Alì che sogna di volare e di arrivare oltre il mare. Lui e Sara sono ancora e solo due ragazzini e sono fuggiti dalla loro terra, dalle loro famiglie. Dalle bombe. A casa hanno lasciato anche la spensieratezza, i giochi e le risate. Come tutti lì nel campo profughi. Leila, Nilufar e Ada provano a non perdere l’umanità in una situazione che di umano ha ben poco, mantenere la dignità e la speranza quando tutto sembra andare perduto. Patrizia Fiocchetti, scrittrice e attivista, conosce bene ciò di cui racconta per aver lavorato con i rifugiati più di vent’anni, e catapulta il lettore in una situazione apparentemente lontana, raccontando le diverse sfumature dell’anima, cogliendo diverse prospettive e scandagliando con delicatezza paure e sofferenze, speranze ed emozioni. Cosa c’è dopo il mare è molto più che il racconto, attuale e tagliente, vero ed essenziale, di pezzi di vita. È amicizia e impegno politico, tradizione e insofferenza per le ingiustizie, desideri e sogni, è paura dell’ignoto e speranza nel futuro. È rabbia e sudore, lotta e resilienza. È l’inferno in terra che spinge ad andare oltre. Ma a volte il prezzo da pagare è davvero troppo alto.