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Così come sei

Così come sei

L’appartamento ormai da anni è diventato il loro rifugio. Non solo dal mondo esterno, ma anche da loro stessi. Non poche le volte, nell’arco del tempo, che quella piccola abitazione è diventata l’alcova non solo di loro due come coppia, ma anche – e soprattutto – come individui soli. I bollori, la passione, il rapporto della giovinezza si è trasformato in un rapporto di reciproco sostegno, senza chiedere né pretendere nulla l’uno dall’altro. Quando lei arriva, lo trova sempre lì: seduto sul divano, con lo sguardo perso nel vuoto mentre la televisione in bianco e nero continua a trasmettere quelle immagini, incurante del tempo che passa. Basta entrare nel suo raggio visivo e la sua espressione cambia, trasformando “lo sguardo catatonico in un sorriso”. Come stai, cosa hai fatto, come hai dormito... le domande, sempre le stesse, mai troppo stanchi per ripeterle o per rispondere. Eppure, mai che si vada oltre questo. Nessun accenno alla loro vita fuori da quella casa; nessuna menzione o spiegazione per giustificare le lunghe assenze che ancora capitano e sono frequenti. Nessuna parola in più che il possa definire realmente coppia se non il ritrovarsi tra quelle quattro mura, seguendo un accordo mai scritto. Anche fuori, quando casualmente si incontrano o si intravedono, è come se fossero due estranei: pochi cenni di intesa e mai una domanda per comprendere chi siano le persone con cui trascorrono rispettivamente il resto delle loro vite. Anche quando al ristorante, lui ha visto lei malmenata dall’uomo con cui era, non è intervenuto né ha chiesto spiegazioni durante il loro successivo incontro. Loro esistono solo lì, in quel momento...

È un romanzo senza tempo, quello di Stefano Bon. Anni ’70, periferia di una non meglio identificata città italiana. Un uomo e una donna si incontrano, scontrano nell’arco di una intera vita diventando intimi e allo stesso tempo restando sconosciuti l’uno all’altra. A essere punto di forza della storia, l’essere universale grazie alla completa assenza di nomi e identificativi: i protagonisti, i luoghi, nulla viene identificato con il loro nome lasciando che la storia assuma tratti universalistici, simbolici, paradigmatici. Una duplica voce alla quale si aggiunge quella fuori campo, che aggiunge elementi alla storia, senza però alterare mai il senso di sospensione presente lungo tutto il romanzo. Al pari dell’omonimo film del 1978 con Marcello Mastroianni e Nastassja Kinski, l’elemento erotico è molto presente senza però risultare mai volgare ma presentandosi come una normale conseguenza di un rapporto tra due persone. Una lunga carrellata attraverso le emozioni, la passione, i silenzi e gli interrogativi di questa coppia che si dipana lungo i decenni, resi sulla carta in una alternanza di punti di vista. La narrazione, infatti, non procede secondo un unico filo narrativo ma si alternanza con la voce dei protagonisti: un escamotage che consente anche a noi lettori di avere la sensazione di conoscere solo parzialmente i due protagonisti, restando anche noi nel limbo delle domande senza risposta, preferendo però aver conosciuto qualcosa in più di questa coppia di amanti.