
Gaustìn è un uomo bizzarro. Un personaggio irreale, a dirla tutta, viaggiatore del tempo, forse sputato fuori dalle pagine del romanzo La montagna magica di Thomas Mann. Il suo sogno è quello di costruire luoghi sicuri per quanti sono stati abbandonati dalla memoria. Donne e uomini, soprattutto anziani, che hanno smarrito i ricordi e sono bisognosi di uno spazio che sia in sincronia con il loro tempo interiore. Individui a cui l’Alzheimer sta togliendo il passato da sotto ai piedi e che per questo vivono come smarriti. Occorre dunque dare loro e ai loro cari un luogo dove sia possibile tornare indietro nel tempo, al momento in cui erano felici. Per questo motivo a Zurigo ha creato una clinica del passato, dove tutto è stato accuratamente ricostruito per riprodurre un tempo trascorso, un decennio specifico nel quale far tornare in vita un tempo preciso e con esso la memoria. Perché “col ritorno delle cose torna anche la lingua”. Ma, dice Gaustìn profetico, vedrete che in molti tra poco cominceranno a perdere volontariamente la memoria e a “scendere nel passato da soli”, per nascondersi e tornare indietro a una vita già vissuta e che per questo non fa più paura. Perciò occorre essere preparati e creare dei rifugi antiaerei del passato. Dei “cronorifugi”. E così è. L’ala della clinica destinata al ritorno della memoria si amplia perché le persone hanno bisogno di sempre più decenni, diventa un intero palazzo e poi una piccola città con quartieri dedicati a specifici anni a cui tornare. La nostalgia per il passato si diffonde, tutta l’Europa ora lo vuole. Per la prima volta nella storia, viene indetto un referendum con il quale ciascuno Stato sceglierà un decennio del Novecento a cui tornare. Quale sceglieranno le genti di Francia, Spagna, Italia, Germania? Molti sono stati gli eventi che hanno creato cambiamenti, ma c’è una data in particolare che segna uno spartiacque dal quale non si può scappare. L’1 settembre del 1939, quando le truppe tedesche invasero la Polonia, dando il via alla Seconda Guerra Mondiale…
Le persone, pur di trovare serenità, si abbandonano spontaneamente al passato gettandosi dentro le torbide acque del tempo. Scegliendo di dimenticare il presente per tornare con la memoria, seppure posticcia e ricostruita ad arte, a un momento in cui la vita indossava qualcosa di lieto o, in ogni caso, prevedibile perché già vissuto. E farlo non cancellando i ricordi, ma con il senno di poi a garantirci una tranquillità che ci permette di affrontare ciò che non può cambiare, un passato che sappiamo sta comunque per succedere, con pacifica rassegnazione. Per ognuno certo l’esperienza è personale, diversa. Per Gospodinov, ad esempio, che si immerge per primo dentro al fiume della propria vita, “il passato si deposita nei pomeriggi, dove il tempo rallenta visibilmente, sonnecchia negli angoli, batte gli occhi come un gatto di fronte alla luce che si diffonde attraverso tende sottili. È sempre pomeriggio quando ricordiamo qualcosa, o almeno per me è così”. Si sente la mano del poeta dentro tutto questo romanzo. D’altronde, senza poesia come potremmo affrontare i nostri ricordi? Come potremmo sopravvivere a una memoria che rischierebbe persino di costruire per noi storie mai accadute ma che crederemo davvero nostre? Gaustìn, alter ego di Georgi Gospodinov, e suo traghettatore in questo viaggio nel tempo, profetizza l’arrivo di una demenza globale e forse non è lontano dalla verità, visto ciò che sta accadendo attorno a noi. Quant’è difficile descrivere un romanzo che viaggia nel tempo, che sembra attingere al nostro personale e che per questo ci sorprende! Difficile e complesso come può esserlo un viaggio affascinante, talmente ricco di suggestioni da non poterle descrivere come si vorrebbe. A ragione Georgi Gospodinov, scrittore e poeta, pensatore così vicino a Borges da immaginarlo nella Babele della sua biblioteca, è considerato lo scrittore più importante della Bulgaria. E a ragione, dopo averlo sfiorato con Fisica della malinconia, con Cronorifugio ha ottenuto il Premio Strega Europeo 2021 e poco dopo il 65° Premio Ceppo Internazionale Racconto ritirato a Pistoia lo scorso 13 ottobre. Riconoscimenti che sanciscono la capacità di Gospodinov di entrare nell’animo di ciascuno di noi, come un parente che non ricordavamo più di avere ma, meraviglia, ci conosce alla perfezione.