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Dante 700 - Approcci interdisciplinari all’opera dantesca

Dante 700 - Approcci interdisciplinari all’opera dantesca

È possibile sondare l’opera di Dante con nuovi approcci metodologici? A questa domanda risponde positivamente il lavoro coordinato da Maria Panetta. La quale mette subito in chiaro, nella sua densa Premessa, che la raccolta di saggi ospitati nel testo punta ad inserirsi nel quadro delle celebrazioni dantesche. Ma proponendo, appunto, un approccio nuovo, originale. E in effetti la confluenza di strumenti ermeneutici diversi, di suggestioni critiche fondate sul ricorso a varie discipline, fa sì che l’obiettivo venga colto. Perché il corpus degli eterogenei saggi dedicati al poeta fiorentino, da angolature differenti, focalizza componenti oblique e suggestive implicazioni della sua opera. Non solo del poema maggiore...

Ad aprire la raccolta è il testo di Marco Paciani Intelligenza nova del sospiro. Voce, nome e lingua nella Vita Nova. Si tratta di una corposa e ben documentata disanima di alcune sfumature linguistiche che connotano la Vita Nova. Una lettura trasversale che parte da un nucleo tematico definito è anche quella proposta da Marcella Di Franco in Francesca, Pia e Piccarda: Tre donne intorno al cor mi son venute. Un agile e concentrato esame comparativo delle tre celebri figure femminile dislocate in altrettante Cantiche della Commedia. Gianfranco Terziani nella acuta lettura di alcuni versi del Canto XXXIII del Purgatorio, con notevole finezza tratta invece il tema della rinascita spirituale, evidenziando le fonti dottrinali da cui il poeta ha sicuramente attinto. Ad accostare Dante a poeti e scrittori vissuti in epoche diverse, e dalla sua opera comunque influenzati in qualche misura, sono poi Salvatore Presti e Giuseppe Iannaccone. Il primo, nel suo Sull’interpretazione impossibile: la Matelda di Dante e Alla sua donna di Leopardi propone un’ardita lettura parallela in cui vengono accostati i due testi poetici. Iannaccone, partendo dai Postuma di Stecchetti, alias Olindo Guerrini, indaga invece il richiamo di alcuni poeti veristi alla lubricità di certi passi danteschi, assunti a distanza di secoli con arditezze scandalose. Come quella di Chiesi, pronto a giurare che se Dante fosse vissuto alcuni secoli dopo ‵‵avrebbe rinnegato Dio e sarebbe stato ateo e materialista ʺ. Affiora così l’immagine di un Dante per tutte le stagioni, livoroso Maestro di stile e di vendetta, lontano dalle interpretazioni che lo hanno imbalsamato nei panni del Vate moralista. Approcci sincronici caratterizzano anche i successivi interventi. Come quello di Francesco Rosetti, Dante dalla figurazione alla nuova cultura audiovisiva, un saggio di ampio respiro in cui si passa in rassegna l’iconografia dantesca, considerata nella sua secolare evoluzione. O, ancora, il lavoro di Sebastiano Triulzi, in cui la topica dell’esilio viene esaminata accostando Dante a Durs Grümbein; quello di Sandro De Nobile, dedicato alle recenti biografie romanzate di Mario Tobino e Marco Santagata, senza trascurare il lavoro di Andrea Barbero. A conclusione del volume è collocato il saggio di Maria Panetta, Versus Dante: la commedia rovesciata di Paolo Pasquini. In questo caso la studiosa, dopo avere brevemente ricordato che nel corso dei secoli l’opera maggiore di Dante è stata variamente declinata, tra riprese, riscritture, parodie, punta la sua attenzione sullo spettacolo Versus Dante, approntato con maestria da Paolo Pasquini intorno al 2000.