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Dentro Jenna

Dentro Jenna
 Svegliarsi in una casa nuova. L’armadio pieno di vestiti tutti anonimi, tutti blu. Una camminata incerta, come i pensieri e le sensazioni. Tabula rasa di ricordi e di oggetti personali, di amicizie. Un papà, famoso scienziato, sempre assente per lavoro, lontano, a Boston, nella città natale, e una mamma iperapprensiva, terrorizzata che possa tagliarsi e farsi male e che perciò la controlla ossessivamente, arrivando anche a darle dei video della sua infanzia da guardare per stimolare il recupero della memoria.  La memoria della figlia perfetta che era, e che continua a veder crescere, anno dopo anno nei dvd dei compleanni. In compenso sua nonna è fredda e scostante, la tratta come se neanche esistesse o come un’estranea È questo che si è trovata per le mani Jenna Fox dopo un anno di coma, per un terribile incidente. Misteri, silenzi, porte chiuse a chiave e una serie di pensieri balordi che vanno da coltissime citazioni che neanche lei sa come riesca a formulare a stralci di ricordi confusi,e, in mezzo a tutto questo un’irrefrenabile  voglia di normalità. Che la porta, seppure con grande riluttanza della madre, a desiderare e riuscire a tornare a scuola. Una scuola speciale, di soli quattro allievi, dove non si studia in maniera canonica ma si hanno delle missioni di tipo pratico e ci si dedica alla libera conversazione. È così, nelle conversazioni dell’intervallo, che Jenna apprende dell’esistenza del Bio gel, una fantomatica sostanza inventata per conservare gli organi dopo la terribile epidemia aurea, e della commissione etica che vigila sul suo utilizzo; il primo tassello di un puzzle che andrà a comporre la sua vera identità…
Creare un romanzo dal sapore fantascientifico per un pubblico eterogeneo di adolescenti non è mai un’impresa facile: si rischia di cadere in vecchi cliché triti e ritriti o di appassionare solo una fetta di pubblico, che generalmente, non è quello femminile. La Pearson ha deciso di seguire il trend più battuto al momento ossia, il filone delle biotecnologie centrando perfettamente il risultato. Tranne in alcuni snodi fondamentali del libro infatti, il lettore non si rende conto di essere in un’ambientazione futuristica. I problemi, le ansie e le paure di Jenna, sono le stesse di una comunissima adolescente che rimugina sulla sua quotidianità, così come, fatte le dovute contestualizzazioni col tema dell’incidente, la ribellione verso i genitori, il senso di impotenza nel gestire completamente la propria vita, la delicatezza degli affetti verso amici e probabili amori. Il racconto in prima persona rende il tutto molto più umano e credibile e l’aspetto fantascientifico, oltre a porre con discrezione quesiti sull’onnipotenza della scienza, si innesta in maniera soft nella trama, diventandone un componente essenziale ma non dominante e rendendo la lettura particolarmente gradevole. Considerato che questo è il primo capitolo di una futura trilogia, un ottimo inizio per una saga da tenere d’occhio.