
Quando le è arrivato l’invito da parte del cavalier Petracchi Edna l’ha inizialmente snobbato. Si sa che per quell’uomo ogni scusa è perfetta per aprire i cancelli della sua sontuosa villa sulle colline genovesi di Albaro e farsi bello sfoggiando i suoi nuovi acquisti e la sua abilità nel trovare occasioni imperdibili rovistando nei robivecchi e nei mercatini. Quando tuttavia è venuta a sapere che, in un mercatino delle pulci a San Pietroburgo, Petracchi ha messo le mani su un’incisione del XVI secolo che riproduce un dipinto scomparso di Hieronymus Bosch, allora i sensi di Edna Silvera - storica dell’arte e talentuosa restauratrice - non hanno resistito e la donna ha chiesto all’amico Ottavio di farle compagnia. E ora, nel pieno della serata, mentre Ottavio fa ripetutamente il pieno al tavolo del buffet - è a dieta e finalmente può strafogarsi senza che lo sguardo da controllore di Flora, la sua governante, lo incenerisca - Edna si annoia e cerca di evitare chiacchiere inutili ora con l’uno e ora con l’altro ospite, pregustando il momento in cui potrà posare gli occhi sull’incisione del suo artista preferito. Vaga per le stanze di quella sontuosa casa, curiosa qua e là e si ritrova presto in quello che il cavaliere chiama “Lo Scrigno”: una sala con molti faretti puntati su bacheche che racchiudono i tesori di cui Petracchi va maggiormente fiero. Tra di essi Edna sa che c’è un vero pezzo forte: la statuetta di un Guardiano del Tempio in malachite, risalente all’epoca del decimo imperatore della dinastia Ming. Edna si avvicina a quello che dovrebbe essere il Guardiano, appunto, e nota con stupore che qualcuno ha pensato bene di sostituire la preziosa statuetta con un Hulk di plastica della Marvel. Edna controlla una volta ancora ed ha la conferma che non si tratta di allucinazioni causate dei bicchieri che ha buttato giù durante la serata. Qualcuno ha davvero rubato la statuetta…
Vive in una villetta a Chiavari in compagnia del gatto Cagliostro e di sette galline, che impazziscono per la musica anni Settanta e i cui nomi sono stati presi in prestito da famosissime dive del cinema. Ha superato da un po’ i cinquant’anni, è restauratrice e insegnante di Storia dell’arte - non troppo amata dai suoi studenti -, ha la lingua più tagliente di una forbice ben affilata ed è dotata di una buona dose di genialità e di talento. Edna Silvera, singolare e spassosissimo personaggio frutto della fantasia e della penna di Valeria Corciolani - scrittrice ligure, una laurea all’Accademia di Belle Arti di Genova che la porta a raccontare nei suoi romanzi di ciò che meglio conosce: l’arte - torna con una seconda avventura, nella quale mostra, se possibile, ancora maggior acume e ironia rispetto a quella che l’ha preceduta. Sullo sfondo di una Liguria che si presenta al contempo luminosa e insofferente, la storica dell’arte senza peli sulla lingua cerca in ogni modo di tenersi alla larga dai guai, ma ancora una volta ci finisce con tutte le scarpe e resta impantanata in una vicenda dai contorni inizialmente sfilacciati, che si definiscono a poco a poco e scoperchiano una realtà figlia di un passato fatto di segreti taciuti e silenzi che chiedono solo di essere ascoltati. La Corciolani sa come utilizzare le parole e con esse dà vita a pagine esilaranti, in cui i sottintesi raccontano molto e i personaggi, con le loro peculiarità davvero originali, bucano la pagina, prendono per mano il lettore e lo conducono, in un clemente autunno della Riviera ligure, tra fantasmi del passato che tornano e investono l’oggi con la potenza di un tir con il rimorchio, Hulk in plastica usurpatori di preziose statuette in malachite e timide ex allieve con “il concetto di accomodante docilità marchiato a fuoco nel sistema limbico”. Tra Genova, Venezia e Roma si dipana un racconto in cui la Silvera riesce, grazie alle sue intuizioni e a una sottile capacità di cogliere i dettagli e unire i puntini di un filo rosso che pervade l’intera narrazione, a venire a capo di un ingarbugliato mistero, trovando anche il tempo per allacciare un legame, che potrebbe trasformarsi in qualcosa di più di un’amicizia, con un personaggio spassosissimo. Lettura consigliatissima, ironica, perfettamente congegnata, divertente e molto ben scritta. Un nuovo centro per la Corciolani che, a questo punto, non può che pensare a nuove avventure per la singolare protagonista cui ha dato vita.