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Dieci cose che ho imparato

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Piero Angela, chiedendosi “come mai un Paese come l’Italia, pieno di intelligenze e di creatività, con una storia straordinaria e unica che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà e abbia perso le sue luci”, tenta di fornire alcune risposte, anche se fondamentalmente parla di un “gravissimo ritardo culturale”, cioè di un “deficit nella capacità di comprendere quelli che sono gli acceleratori dello sviluppo”. Secondo il giornalista l’Italia manca di educazione, conoscenza, competenza, flessibilità, innovazione, capacità progettuale, tutto ciò che pur se indispensabile anche nel passato, ora è però fondamentale. La politica non produce ricchezza, semmai distribuisce quella che produce il Paese, quindi, da questo punto di vista non si possono incolpare i politici se non per le campagne elettorali che finiscono sempre per allargare il debito pubblico. Ma alla base del nostro ritardo c’è di certo la mancanza di attenzione a scienza e tecnologia, che sono il nostro presente e il futuro. La scienza è conoscenza, lo scoprire, cioè, cose nuove in ogni campo e il segreto è racchiuso nell’espressione “Metodo scientifico”, che ci permette di separare il vero dal falso, una sorta di setaccio introdotto da Galileo Galilei. Il filosofo tedesco della scienza, Karl Popper, invece, introduce il principio della “falsificabilità”, sostenendo che una teoria scientifica è tale se è falsificabile e quindi deve sottoporsi a esperimenti che ne verifichino la validità. Nella scienza, infatti, errori e bugie hanno le gambe corte. Fino al secolo scorso in Italia siamo un popolo di inventori, ora c’è il buio totale e vediamo le nostre mancanze se ci confrontiamo con gli altri Paesi, quelli asiatici in primis. Oggi abbiamo in maggioranza addetti ai servizi (dal commercio alla scuola, dagli uffici all’intrattenimento), ma non abbiamo quelle preparazioni professionali specifiche che le aziende richiedono e ultimo, ma non certo ultimo per importanza, si riserva alla ricerca sempre meno: siamo all’1,3% del PIL...

Illuminante! Se c’è un modo con cui possiamo definire questo ultimo volume di Piero Angela, uscito postumo e scritto nel suo ultimo periodo di vita, non possiamo che utilizzare “illuminante”, perché non c’è niente di meglio per capire il mondo in cui stiamo vivendo e i ritardi del nostro Paese. Un’analisi lucida e perfetta di questa Italia con il freno a mano tirato perché presa ancora tra quelle due culture, da sempre in lotta fra loro (o meglio, fra i loro esponenti), quella umanistica e quella scientifica. Un “dualismo” i cui danni sono quanto mai evidenti nel ritardo creativo del nostro Paese. "Tutto quello che si sa, lo ha scoperto la scienza. Punto”, è l’affermazione di un fisico, solo apparentemente arrogante e poi solo per il fatto che non ammette repliche. In realtà la cultura è davvero una sola: la dimostrazione ce l’ha data Leonardo da Vinci! Il fatto è che non si deve prescindere e soprattutto non si deve pensare che la cultura scientifica appartenga solo ai laureati in fisica, ingegneria, biologia e così via. È una forma mentis, un’elasticità mentale che è pronta a un approccio scientifico. A volte i bambini sviluppano, già da piccolissimi, una capacità di ragionamento che deriva anche dall’approccio della famiglia e l’impronta che la famiglia dà alla loro educazione. E forse non è proprio un caso che tutti i più grandi innovatori contemporanei, da Brin e Page di Google a Peter Drucker guru del management, abbiano frequentato scuole Montessori. “Inseguire l’eccellenza” è un altro monito che ci lascia Piero Angela e appare fondamentale e quasi chimerico, in un periodo in cui si dà spazio solo alla superficialità. Questi e mille altri insegnamenti e richiami culturali che sembrano essere quasi il testamento di un uomo colto e saggio. Non si può che annuire a ogni pagina, a ogni affermazione, augurandoci che un testo del genere possa trovare spazio in ogni casa, in ogni biblioteca, sopra ogni scrivania, perché l’Italia ha bisogno di ritrovare la mente illuminata di Piero Angela ogni giorno, soprattutto ora che ha lasciato questo mondo. È il rispetto che gli dobbiamo, che dobbiamo a noi stessi e al nostro futuro di Italiani.