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Discussione

Discussione

Dalla filosofia alla teologia, dalla metafisica alla cabbala, dalla letteratura al cinema, dalle questioni stilistiche alla matematica, la penna del grande scrittore argentino rilascia sulle pagine fiumi di inchiostro che, dopo un breve ma intenso tragitto convergono nel vasto mare di una “discussione” sapiente ma pacata. Spaziando tra i diversi temi, la cultura dell’autore si rivela agli occhi del lettore una sostanza duttile e imprevedibile, una sorta di accumulo di approfondimenti critici che ci vengono proposti in un ventaglio di frastagliata disposizione degli argomenti affrontati. A cominciare dalla poesia gauchesca, fervido genere letterario argentino nel quale rivive l’ambiente mandriano e selvaggio della Pampa, dalle analisi delle tradizioni popolari che trovano nella musica e nella danza le stesse ispirazioni della narrativa nazionale. Per non dire poi delle recensioni cinematografiche, in cui il Charlie Chaplin di Luci della ribalta viene additato come languido regista di un’opera che manca tanto di realtà quanto di disperante irrealtà. O di quando la “discussione” si sofferma a dissertare attorno alla durata dell’inferno o contamina filosofia, a restituire il primato del dibattito sulla questione dell’infinito alla filosofia e alla logica per toglierlo alla matematica, rinverdendo l’antico paradosso di Zenone su Achille e la Tartaruga…

I libri non sono affatto mute testimonianze irrigidite in un tempo immobile. Ben al contrario essi cambiano moltissimo. A torto riteniamo che i volumi depositati sugli scaffali delle nostre librerie se ne stiano quieti e silenziosi, mentre invece mutano e assumono significati che solo qualche anno prima non avremmo preveduto. A conferma di tale convincimento posso portare il caso di Discussione, una composta antologia di scritti redatti tra il 1928 e il 1932 – anno cui risale l’edizione in volume – da quel raffinato cultore della parola scritta, custode e autore di opere letterarie che risponde al celeberrimo nome di Jorge Luis Borges. Quando lo lessi per la prima volta molti anni orsono veni colto da una sensazione di disorientamento dinanzi alle variegate praterie in cui si distendeva l’immenso sapere dell’autore. Persi più volte l’orientamento e trovai poco convenevole il tono della “discussione”. Ma oggi, in seguito alla piena degli anni e delle letture accumulate, mi sono accomodato su una poltrona dinanzi a Borges, ho ascoltato con amenità e con maggiore consapevolezza le sue riflessioni argute e miti e ho trovato amabile e ricca di sollecitazioni la cadenza della “discussione”. Non avrei voluto più smettere di leggerlo. O di ascoltarlo? Fate voi. Ma intanto prendete o riprendete in mano il libro.