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Dove cade la luce

Dove cade la luce

La Rivoluzione ha cancellato i vecchi simboli di Parigi. Niente più crocifissi né emblemi dei sovrani adesso in Place de la Révolution: sul suo scranno di legno, si erge fiera e inossidabile la ghigliottina, strumento imparziale e silenzioso di giustizia sociale… o almeno, tale la si vorrebbe. Jean-Luc Saint-Clair si è trasferito nella capitale da Marsiglia, vive con sua moglie Marie e il piccolo Mathieu e fa l’avvocato, difende i suoi ideali e quelle “liberté, égalité, fraternité” invocate dal popolo, ma riuscirà a difendere anche i diritti della vedova che ora lo attende impaziente nel suo studio? André Valière ha ormai rinunciato al suo titolo, da tempo il ‘de’ fra nome e cognome è scomparso, eppure il ricordo del blasone pende ancora sulla sua testa come una spada di Damocle. Lui - giovane capitano della guardia rivoluzionaria - sente su di sé una forte pressione, e mentre a pochi chilometri dall’accampamento ci sono i nemici prussiani a minacciare i confini di Francia, stringe a sé Sophie de Vincennes, la sua amata immortale e impavida…

Un romanzo ambientato in una Parigi assettata di sangue in cui vittime e carnefici finiscono per confondersi, una città in cui le strade sono insozzate dal fango delle scarpe della plebaglia che reclama teste e diritti insieme a un tozzo di pane, una città che ha perso il fulgore della regalità e lascia brillare solo la lama della ghigliottina. Questa volta la Pataki, nota giornalista newyorchese, autrice di romanzi che mescolano con sapiente perizia storia, avventura e sentimento (Il mio nome è Sissi; Sissi. La solitudine di una imperatrice già tradotti in italiano), scrive a quattro mani con il fratello più giovane Owen, sceneggiatore e regista. L’epoca prescelta è quella degli anni immediatamente successivi alla rivoluzione francese, gli anni del Terrore, quando la lama piomba sul collo della nobiltà imbellettata ma anche su quello dei rivoluzionari della prima ora. L’attrazione verso episodi della grande Storia europea viene forse ai due scrittori dalle radici paterne: i bisnonni erano in parte ungheresi e in parte calabresi. Matteo Laganà, questo il nome del nonno materno di George Pataki, ex governatore dello stato di New York e padre dei due. Messo da parte il complicato albero genealogico dei Pataki, emerge la forza di una scrittura precisa, attenta alle sfumature psicologiche e solida nel costruire la trama. Tre voci animano uno scorcio turbolento e cruento del post rivoluzione: quelle dell’idealista Jean-Luc, del temerario André e dell’indipendente Sophie, i cui destini si intrecciano inevitabilmente. Per chi ama la storia condita da emozioni e qualche nota di rosa è senz’altro una lettura consigliata.