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Due volte niente

duevolteniente

Emily è diretta verso il suo studio. Si posa una mano sulla pancia, per capire se si senta in qualche modo diversa. Vuole rendersi conto, prima di qualsiasi ulteriore controllo, se dentro di lei si stia sviluppando un minuscolo grappolo di cellule, che a poco a poco darà origine a un piccolo essere umano, magari con gli occhi castani di suo marito Ezra e i capelli ramati come i suoi. Prima di conoscere Ezra, Emily non sapeva di volere un figlio. Poi, insieme a lui, l’idea di diventare madre e di crescere un piccolo assieme al marito è diventata naturale e, in qualche modo, inevitabile. Sono sette mesi che ci provano e sono stati mesi carichi di aspettative e immancabili delusioni. Ora, però, forse è arrivato il momento. Emily sale i gradini che la conducono nel suo ufficio, passa il tesserino nel lettore dell’ingresso principale, per sbloccare la porta, e si imbatte in Tessa, una sua paziente. Emily è una terapeuta e la prima volta che ha incontrato Tessa, un anno prima, la giovane temeva di essere incinta, non sapeva come dirlo ai genitori e a Chris, il suo compagno, e aveva paura di scoprire quanto un bambino avrebbe potuto sconvolgere i suoi sogni e il suo futuro. Ora Tessa è mamma della piccola Zoe, sta continuando a frequentare l’università e Chris - che secondo Emily non è il massimo come uomo - si è comunque assunto le proprie responsabilità. Che strana la vita! Tessa, che avrebbe preferito il contrario, è diventata mamma; lei invece, che ci spera da un po’, ha visto i suoi sogni infrangersi. Fino ad ora. Quando, più tardi, Ezra la raggiunge, Emily non può fare a meno di pensare alla fortuna che ha avuto quando la sua strada si è incrociata con quella del marito. L’uomo è un medico e, fin da subito, Emily si è accorta che si tratta di un professionista capace di grande empatia nei confronti dei suoi pazienti e delle loro famiglie, di un uomo che non si limita a migliorare il decorso di una malattia, ma si preoccupa della qualità della vita di chi ha in cura…

Passato e presente si intrecciano: il primo, sotto forma di diario, racconta di una studentessa piena di entusiasmo, scapestrata, innamorata e appassionata di musica; il secondo rimanda l’immagine di una donna apparentemente risolta, ma alla disperata ricerca, in realtà, di riempire un vuoto che fa male e si aggrappa disperato ai ricordi e ai rimpianti. Due diverse facce di una stessa medaglia e della stessa persona: Emily, forte e fragile, con un disperato desiderio di maternità e Queenie, giovane musicista, ancora piuttosto immatura, piena di sogni e di speranze. Quando l’una è costretta a fare i conti con l’altra ciò che ne risulta è una nuova Emily, capace di fare affidamento su di sé e sulla propria forza per abbracciare le proprie debolezze e fare pace con esse. Jill Santopolo - autrice americana che ha esordito nella narrativa con Il giorno che aspettiamo, romanzo che narra la storia d’amore tra due giovani che si incontrano l’11 settembre 2001 - affronta nel suo nuovo lavoro il tema del passato che, quando irrompe prepotentemente nella vita di una persona, specie se in un momento di dubbi e di fragilità, può sparigliare le carte, mettere in discussione tutto ciò che fino a quel momento si è costruito e dare una nuova svolta al proprio destino. Ed Emily, la protagonista, si ritrova proprio ad accogliere il suo passato, con le sue ferite, il suo dolore irrisolto e le sue fragilità. Ripercorrendo gli eventi che hanno segnato la sua giovinezza, la profonda storia d’amore che l’ha travolta - e che torna a bussare alla sua porta in tutta la sua potenza - e il dolore di una grande perdita, Emily capisce finalmente quali siano le sue priorità, i suoi desideri e i suoi sogni e, metabolizzando finalmente un tempo lontano parecchio ingombrante per troppo tempo taciuto, riesce ad ipotecare un futuro diverso, al centro del quale non ci sono più i sogni infranti, ma la concretezza di sentimenti solidi, profondi e concreti. Un romanzo gradevole, dallo stile narrativo fin troppo semplice, che, pur senza essere un capolavoro, induce alla riflessione sul legame potente che unisce i sogni di ciascuno con i propri traguardi e sulla benevolenza con la quale, spesso, è bene volgere lo sguardo verso il passato.