
Altopiano dell’Ozark, Arkansas. Seconda metà del 1800. Torcendosi di dolore, Amy Paige dà alla luce Reese. La bambina è sana e sta bene; per la donna invece non c’è più niente da fare e muore dopo tre giorni di agonia. Amy Paige era al suo quarto parto: prima di Reese ci sono Isaac, Kayla e Lucas. Ognuno dei tre fratelli reagisce in modo diverso e inaspettato alla morte della madre. A Isaac, il primogenito, monta un livore sordo e colpevole nei confronti del padre; Kayla, appena adolescente, si chiude in una sorta di bolla, fatta di mutismo, apatia e salmi letti e riletti dal vecchio libro della madre; Lucas, sui dieci anni, fugge al limitare del bosco e rimane lì per diversi giorni senza farsi avvicinare da nessuno, rifiutandosi persino di partecipare alla sepoltura della madre. Il padre dei ragazzi, Zachary MacMath, appare molto provato. Ma il dolore non può prendersi troppo spazio né troppo tempo: c’è la raccolta del cotone da portare avanti insieme ai lavoranti neri e bianchi assunti ogni stagione; ci sono le bestie da accudire; c’è la fattoria da mantenere; c’è la casa da governare; e poi c’è la piccola Reese da crescere. Così la vita va avanti, dura e misera, per diversi mesi. Poi un giorno Isaac decide di arruolarsi con l’esercito confederato per servire la sua patria e dopo pochissimo tempo viene chiamato alle armi. Alla fattoria rimangono Zachary, Kayla, Lucas e Reese. L’inverno è alle porte, i lavoranti stagionali se ne sono andati e la stagione fredda è pronta ad avvolgere la tenuta nel più tetro isolamento. E una tragica mattina Lucas viene svegliato da Kayla con una notizia terrificante…
Bancario con la passione per la letteratura americana, il modenese Piero Malagoli, classe 1964, è un narratore abile e raffinato. Forte di una scrittura lucida e incredibilmente vivida riesce in poche battute a catapultare chi legge negli immensi e desolati spazi dell’altopiano dell’Ozark, in cui a farla da padrona è la natura difficile e selvaggia. La misera quotidianità della famiglia MacMath è descritta con minuzia nei più piccoli particolari, tanto che sembra quasi di essere lì insieme ai personaggi mentre raccolgono il cotone, dormono su uno scricchiolante materasso infestato di insetti, mangiano stufato di fagioli e siedono sotto la veranda di casa a contemplare l’immensità davanti ai loro occhi. Senza troppe elucubrazioni psicologiche, attraverso un metodo narrativo che rimane quasi sempre esterno ai personaggi, Malagoli scava a fondo nell’animo di Kayla e dei suoi fratelli, costruendo personaggi veri, reali e credibili. Romanzo americano scritto da un autore italiano, E avrai sempre una casa è stato selezionato nella rosa dei dodici finalisti del premio biennale Neri Pozza 2017. All’attivo Malagoli ha altre pubblicazioni, tra cui Controesodo in A14 (Rubbettino, 2014). Un autore da leggere senz’altro, per la profondità delle trame, la perizia nel narrarle e la schiettezza nel presentarle.