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“Ei fu” - Vita letteraria di Napoleone da Foscolo a Gadda

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Al di là degli innumerevoli studi critici intorno alla figura e alle imprese di Napoleone Bonaparte, non sono meno prestigiose gli arricchimenti sgorgati dalla la vena creativa di scrittori e poeti italiani, le cui opere sono andate a costituire una vera e propria forma di letteratura. Fin da quel processo iniziale di mitologizzazione attraverso un processo di trasfigurazione e abbellimento a cui si dedicarono in modo particolare i poeti. Il più rappresentativo dei quali fu senza dubbio Vincenzo Monti che gli eresse una sorta di monumento letterario nel sonetto “A Napoleone Bonaparte prima del trattato di Tolentino”, facendone un eroe della redenzione civile degli uomini e della liberazione morale della Chiesa. Mentre nel primo canto del poema “Prometeo” vi tesse elogio ai meriti di cittadino e di comandante supremo dell’Armata d’Italia fino a mettere ad eguagliare il valore delle sue imprese con quelle del personaggio mitologico: entrambi meritevoli di lode per aver dato avvio ad una trasformazione capace di cambiare la condizione di vita dell’umanità indirizzandola verso la civiltà. Un parallelismo che colloca Napoleone su di un podio al di sopra di ogni altro attore del tempo. Ugo Foscolo, da convinto banditore delle idee rivoluzionarie ispirate da Bonaparte, ne tesse l’elogio iniziale ma non ne tace le delusioni conclusive. E se Manzoni vide in lui un simbolo della fede e Italo Svevo invece un modello di successo borghese, più articolati saranno i ritratti adombrati nei versi del Foscolo e negli scritti di Gadda…

La vicenda storica di Napoleone Bonaparte, oltre ad aver generato ovunque un flusso ininterrotto di saggi storiografici, nel nostro Paese è divenuta perfino un tema cardine della letteratura nel periodo a cavallo tra il tardo Settecento e la prima parte dell’Ottocento, restandovi poi come riferimento anche in opere di autori di primo piano del secolo scorso. Essa ha costituito infatti un serbatoio inesauribile di suggestioni per poeti e romanzieri che, con esiti estremamente eterogenei, più o meno autorevoli e anche, ovviamente, con non pochi manierismi, hanno attinto alle sue gesta militari e ai risvolti politici delle sue imprese. Rileggere ciò che di Napoleone è stato depositato nelle loro opere letterarie arreca ancora oggi utile e suggestiva piacevolezza perché anche nella platea dei lettori non sono pochi coloro che custodiscono ammirazione per la figura dell’imperatore francese; ma soprattutto perché le poesie o i brani a lui dedicati ci rimandano ad autori s loro volta assai ammirati. L’osservazione ci introduce a un curioso volumetto di poche pagine e breve lettura allestito da Matteo Palumbo, che è professore onorario di Letteratura italiana presso l’Università di Napoli “Federico II” ed autore di saggi letterari, nella quale godiamo della guida illuminante, ancorché breve, del curatore a scoprire col Napoleone di Monti e Manzoni, Foscolo e Svevo, Calvino e Gadda, anche il nostro rinnovato desiderio di tornare ad inebriarci della bellezza delle loro opere. Perché questo è un testo erudito come un saggio, ma nello stesso tempo coinvolgente come un lungo viaggio didattico a ritroso nella storia e nella letteratura. Non perdetevelo.