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Elasticamente parlando

Elasticamente parlando

Vivere con un cervello in fuga – fuggito da un’accademia italiana incapace di trovare una lusinga qualsiasi per trattenerlo e costretto a emigrare per avere un buon lavoro o uno stipendio dignitoso – non è affatto semplice. Lo sa bene Elasti, il cui cervello in fuga è un economista marxista, cento per cento barese e orgoglioso dei suoi natali, del suo dialetto e delle cime di rapa. Con lui Elasti condivide l’assicurazione auto, il mutuo della casa e tre figli. È così da quando, nel 1997, lui le ha comunicato che sarebbe andato a Londra per studiare l’economia marxista e che sarebbe rimasto lontano da casa, a intermittenza, per un anno. Di anni ne sono passati un po’ e lui è ancora lì, nella capitale inglese, a imprecare contro la London Undergroud e le signorine inglesi che non indossano calze neppure d’inverno. Torna a casa ogni weekend, su un volo rigorosamente low cost... Un figlio è un salto nel vuoto, sempre. E il vuoto mette paura. Del resto, in casa sua, nessuno è rimasto indifferente all’arrivo del figlio numero tre, maschio come i due precedenti. Suo marito, l’economista marxista, scrive formule econometriche sullo Scottex, salvo poi distrarsi e soffiarcisi il naso, su quello stesso Scottex. Il figlio maggiore canta a ciclo continuo Mamma mia! degli Abba suonando una chitarra immaginaria, mentre il medio, che sostiene di essere “il più medio di tutti”, gira per casa con una cuffia da piscina calata sulla testa e dice di essere Palpatine, il cattivissimo di Guerre Stellari... Prima o poi arriva per chiunque: c’è chi capitola subito e chi resiste un po’ più a lungo, ma lo sfinimento genitoriale è sempre da mettere in conto. E, quando arriva, tramortisce. Con il primo figlio le arriva una mattina d’aprile, quando si rende conto che mai sarà capace di crescere quel botolo sì grazioso, ma urlante e, soprattutto, alieno. Ci pensano i nonni pugliesi a rimettere a posto ogni cosa. Quando poi il figlio numero due compie dieci mesi, Elasti si riempie di puntini che le prudono in continuazione, mentre il marito sviluppa uno strano tic alla spalla e conia il neologismo “frullosi” per indicare un preoccupante stato di prostrazione. Per uscirne, marito e moglie affidano i figli ai nonni e vanno per sette giorni a Tokyo: lui per elaborare insieme a un collega nipponico un modello anticapitalista; lei per perdersi in una città le cui vie non hanno nome. Rientrano a casa temprati e la vita domestica, nei quattro anni successivi procede talmente bene che i due decidono di fare il figlio numero tre...

Il suo blog contiene aneddoti imperdibili; i suoi romanzi su Nina – la taxista dall’olfatto ipersensibile coinvolta, suo malgrado, in singolari avventure – o sulle esperienze di una giovane ragazza alla pari o di una mamma alle prese con la fatica del quotidiano sono godevoli e molto ben scritti; la sua presenza sui social è attiva e i suoi post sono sempre interessanti e ricchi di spunti di discussione. Claudia de Lillo – Elasti – è un vulcano: lavora in radio, scrive blog e romanzi, è moglie di un economista marxista che fa il pendolare tra Milano e Londra, è mamma di tre maschi (il grande, il medio e Sneddu), pratica yoga, cucina, legge libri e morde la vita. Come se non bastasse, dal 2010 al 2021 l’autrice ha firmato, come Elasti, una rubrica settimanale su “D – la Repubblica delle donne” nella quale ha permesso a ogni lettore, attraverso racconti di vita comune e ordinaria, e proprio per questo straordinaria, di specchiarsi in lei e riconoscersi. Quattromila battute che si sono ripetute ogni settimana per un decennio: stralci di vita vissuta che hanno accompagnato il percorso dell’autrice e, con lei, anche quello di ogni lettore. Questo libro raccoglie una selezione degli articoli pubblicati durante questo lungo periodo. Un dialogo pregno di umorismo e leggerezza, ma capace di accendere la curiosità e la voglia di interrogarsi su quella fantastica avventura che è la vita. Attraverso i suoi racconti, spesso ironici, Elasti si è messa a nudo e ha invitato il lettore a fare altrettanto e a curiosare, insieme a lei, negli angoli più nascosti del proprio sé, fino a coglierne la vera essenza. La de Lillo sa raccontare con leggerezza e profonda serietà, sapientemente miscelate, la convivenza con quattro maschi e il passaggio dei tre figli dall’infanzia all’età della consapevolezza – passando attraverso un’adolescenza che, si sa, fa tremare i polsi –; la fatica del conciliare lavoro e interessi personali; i lutti, gli inciampi, le gioie, i viaggi. Ogni pagina è uno spaccato di vita che potrebbe essere quella di chiunque: sensazioni opposte che convivono, paura di non farcela, soddisfazione per i traguardi raggiunti, gratitudine per ciò che si è ottenuto, orgoglio, scoramento, allegria, dolore, tristezza, gioia. Elasti sa descrivere i sentimenti e le sensazioni, sa offrire con generosità il proprio vissuto a chi sceglie di leggerla e sa invitare il suo interlocutore ad aprirsi, a mostrare le proprie ferite e i propri successi. Brevi racconti che si susseguono incalzanti e si leggono con piacere, specchio di un tempo e di un sentire nel quale riconoscersi, ritrovarsi e ritrovare quel guizzo e quella gioia di vivere nonostante tutto, oltre gli ostacoli e la fatica del quotidiano.