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Elettra

Elettra

Atreo ha ucciso i suoi nipotini e li ha dati in pasto al loro padre, suo fratello Tieste. Dopodiché Tieste si è vendicato, uccidendo Atreo e cacciando i due figli di lui, Agamennone e Menelao, dalla città di Micene. Ma questo è stato solo il culmine di una maledizione iniziata tanti anni prima, frutto di un susseguirsi di omicidi brutali, adulteri, ambizioni di mostruosa entità e più cannibalismo di quanto si potesse mai immaginare. Tutto è iniziato con Tantalo, talmente ottenebrato dalla sua brama di gloria da sfidare gli dèi invitandoli a un banchetto dove aveva servito loro la carne del suo stesso figlio. Un vizio di famiglia, a quanto pare. Clitennestra è sconvolta da questa storia. Forse, se ne fosse venuta a conoscenza anni fa, avrebbe riflettuto più a lungo prima di accettare la mano di Agamennone, che l’ha conquistata fin dal primo incontro durante una notte stellata a Sparta. Quello stesso Agamennone che, poi, ha riconquistato il trono di suo padre, cacciando Tieste e risparmiando il figlioletto di lui, Egisto, per amore di Clitennestra. Ora che anche lei è una madre non può fare altro che stringere al petto la sua primogenita, Ifigenia, e sperare ardentemente che la scia di sangue legata alla stirpe di Atreo si sia finalmente esaurita. Ma non può sbagliarsi di più. Sono passati ormai più di dieci anni e Agamennone ha radunato un imponente esercito da tutta la Grecia per recarsi a Troia e riportare indietro Elena, moglie di suo fratello Menelao, rapita dal giovane principe troiano Paride. La flotta, però, è ferma ad Aulide per un capriccio degli dèi: i venti torneranno a soffiare soltanto dopo che Agamennone avrà sacrificato la sua figlia maggiore sull’altare di Artemide. Clitennestra assiste impotente ad una scena terribile: il marito che taglia la gola della sua bellissima Ifigenia e, in quel momento, giura a se stessa che prima o dopo otterrà la sua vendetta. Ma Clitennestra ancora non sa che la stessa brama di vendetta alberga anche dentro alla minore delle sue figlie: Elettra...

Jennifer Saint, da sempre affascinata dalla mitologia greca, è laureata in Studi classici al King’s College di Londra. Elettra, che segue Arianna, il suo primo romanzo, si inserisce alla perfezione nel filone del retelling mitologico di stampo femminista che sta affollando le librerie ormai già da qualche tempo. Il mito di Elettra si riallaccia prepotentemente al filone della guerra di Troia e ai Νόστοι (o “Nostoi”, i ritorni a casa degli eroi greci), il più famoso dei quali è senz’altro quello di Odisseo, peraltro citato all’interno del romanzo della Saint. Il “caloroso” bentornato a casa di Agamennone da parte di sua moglie Clitennestra era già stato ampiamente raccontato anche in antichità da alcuni mostri sacri come Sofocle, nella sua tragedia Elettra, ed Eschilo, nella trilogia dell’Orestea, solo per citarne un paio. Il romanzo della Saint segue più o meno fedelmente il mito classico, presentando il racconto sottoforma di narrazione in prima persona a tre voci: Cassandra, che ha la funzione di narrare le vicende della guerra di Troia, avvenute lontano da Micene; Clitennestra, spezzata dall’assassinio di sua figlia Ifigenia e dalla sua brama di vendetta nei confronti del marito; Elettra, una figlia con un’adorazione smodata per quel padre che ha conosciuto solo per una breve parte della sua infanzia e un odio per quella madre che reputa troppo infida per meritare il suo affetto. I due pilastri su cui si basa l’intero romanzo sono strettamente intrecciati tra loro: amore e vendetta. Infatti, è per amore dei figli che Clitennestra sceglie di vivere nell’attesa di poter ottenere la sua vendetta nei confronti del marito Agamennone. E, parimenti, è per amore di suo padre Agamennone che Elettra nutre la speranza di potersi prima o poi vendicare nei confronti di sua madre Clitennestra. Temi che si ritrovano in tutte le pagine del libro, fino a sfociare in un epilogo finale che, trattandosi di una storia piuttosto datata, è chiaramente scontato. Il romanzo della Saint, nel complesso, è un racconto ben scritto che, però, non presenta elementi di novità in quella che, come già accennato, è una vicenda già nota da millenni. Ciò che risulta piuttosto deludente è proprio la figura di Elettra che, sebbene sia il personaggio che dà il titolo al romanzo, sembra rimanere troppo bidimensionale e cristallizzata in quella che, da secoli, è la sua tipica rappresentazione.