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Ernest e Celestine

Ernest e Celestine

Quando si arriva ci si presenta: Celestine è un topo, anzi una topolina come dice sempre la gente quando non ha paura, specialmente se si racconta una storia, se invece le persone hanno paura saltano su una sedia e urlano: “Un topo! Un topo!”. Questo modo di fare è assurdo perché per i topi vale quello che vale per tutti, ci sono topi di ogni misura, nascono come neonati piccolissimi e poi via via crescono fino a diventare vecchi, con acciacchi e senza denti. Ernest è un orso, anzi un grande orso come viene sempre definito dalle persone che non hanno paura, perché altrimenti gridano “Un orso! Un orso!”, ma per gli orsi vale quello che vale per tutti compresi i topi, ci sono orsi di ogni misura e età. L’autore è quello che racconta la storia, la storia di Ernest e Celestine, i più grandi amici del mondo che non sono quasi mai d’accordo, anche nel raccontare il modo in cui si sono incontrati per la prima volta. Celestine ricorda che era in un bidone della spazzatura e Ernest ha tolto il coperchio l’ha vista e se la voleva mangiare. Ernest afferma che in realtà faceva finta di mangiarla, era uno scherzo perché in vita sua non ha mai mangiato un topo nonostante la fame. Discutono all’infinito, così forse è meglio se la storia ve la racconta l’autore…

Una delicata storia sull’amicizia tra esseri che in apparenza non hanno niente in comune affrontata con la deliziosa ironia di Daniel Pennac, personaggi che sfidano i pregiudizi e un finale commovente sono l’ingredienti di questo romanzo per bambini, godibile però anche da lettori più grandi. Un tipo di amicizia di cui troviamo vibrazioni anche nelle pagine che Pennac dedica a Gabrielle Vincent, dal cui tratto sono nati Ernest e Celestine, capolavori tra le illustrazioni per bambini, semplici e poetici disegni in cui c’è l’attenzione al dettaglio dal più piccolo gesto all’espressività, al movimento sospeso. Pennac, per fare omaggio a questa amica mai incontrata fisicamente, “un’amica d’inchiostro, acquarello e carta” partendo dai personaggi già tratteggiati dalla disegnatrice, racconta come è nata l’amicizia tra Ernest e Celestine. Un orso del mondo di sopra, che ama la musica e una topolina del mondo di sotto, che non vuol diventare dentista, ma pittrice; realtà inconciliabili per la logica del mondo, così come lo è realizzare i propri sogni, quando è più pratico e remunerativo far altro. Il linguaggio è semplice e comprensibile per ogni età, lo stile è poetico e originale, il ritmo narrativo ha la tipica commistione dell’autore con intermezzi nei quali i personaggi e il narratore dialogano tra loro e interpellano il lettore. Personaggi fragili e coraggiosi che trasmettono tenerezza, in cui è facile immedesimarsi. Volersi bene è possibile anche nelle diversità e nelle difficoltà, anzi volersi bene fa bene, semplifica e arricchisce la vita. Dagli albi illustrati di Gabrielle Vincent è stato poi tratto il film Ernest & Celestine, diretto da Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner e con la sceneggiatura dello stesso Pennac. Selezionato al Festival di Cannes 2012, il film ha vinto il premio Césan come Miglior lungometraggio animato.