
Ha senso esistere? È la domanda che si sono posti numerosi filosofi, da Camus a Gide, fino a Sartre e Nietzsche. E la risposta non è soltanto nella produzione accademica, ma nell’attività quotidiana offertaci dal cinema, dall’arte, dalla televisione: tutte manifestazioni di quella che è l’esistenza dell’uomo moderno. Partendo dalla fondamentale distinzione tra soggetto e oggetto a opera di René Descartes, che dimostra l’importante passo in avanti compiuto dall’uomo in epoca moderna a discapito di quanto realizzato dagli antichi, si arriva a comprendere come l’uomo, il soggetto pensante, sia la prima sostanza, senza la quale non vi sarebbe motivo di parlare dell’oggetto. Il potere più grande è nel pensiero razionale: vivere diventa, quindi, assurdo soltanto se decidiamo di lasciare la nostra esistenza in balìa dei venti e dei mari che non controlliamo…
Ad Esistere forte manca quell’ampio respiro che meriterebbe di avere la trattazione un argomento filosofico quale l’esistenza. Il saggio di Stefano Scrima ha sicuramente dei pregi: uno stile conciso, che non si perde in retoriche e morbose dimostrazioni di conoscenza, e offre un quadro concreto ed elegante della disamina; allo stesso tempo l’aver arricchito il trattato con una dettagliata appendice, che supporta il lettore in ogni momento di necessità, permettendo di ritrovare immediatamente l’eventuale via smarrita tra citazioni, riferimenti e analisi. L’intero lavoro di Scrima è, però per lo più concentrato sulle produzioni letterarie, e non filosofiche, degli autori citati: da Sartre a Nietzsche, con il primo che si vede citato come autore de La Nausea e non de L’essere e il nulla; è comunque forte il senso di appartenenza del saggio al genere filosofico, riuscendo a ritrovarsi nei capisaldi delle teorie dei filosofi citati, come ad esempio quel nichilismo tanto caro al filologo di Röcken. Esistere forte, quindi, riesce a meritarsi il pregio di aver posto l’accento sulla questione dell’esistenza in maniera chiara, concisa (150 pagine si esauriscono in fretta), ma comunque erudita, senza ricercare l’agognata pomposità di un testo accademico e affrontando la topica in modo tale da poter essere accolta e analizzata dai più.
Ad Esistere forte manca quell’ampio respiro che meriterebbe di avere la trattazione un argomento filosofico quale l’esistenza. Il saggio di Stefano Scrima ha sicuramente dei pregi: uno stile conciso, che non si perde in retoriche e morbose dimostrazioni di conoscenza, e offre un quadro concreto ed elegante della disamina; allo stesso tempo l’aver arricchito il trattato con una dettagliata appendice, che supporta il lettore in ogni momento di necessità, permettendo di ritrovare immediatamente l’eventuale via smarrita tra citazioni, riferimenti e analisi. L’intero lavoro di Scrima è, però per lo più concentrato sulle produzioni letterarie, e non filosofiche, degli autori citati: da Sartre a Nietzsche, con il primo che si vede citato come autore de La Nausea e non de L’essere e il nulla; è comunque forte il senso di appartenenza del saggio al genere filosofico, riuscendo a ritrovarsi nei capisaldi delle teorie dei filosofi citati, come ad esempio quel nichilismo tanto caro al filologo di Röcken. Esistere forte, quindi, riesce a meritarsi il pregio di aver posto l’accento sulla questione dell’esistenza in maniera chiara, concisa (150 pagine si esauriscono in fretta), ma comunque erudita, senza ricercare l’agognata pomposità di un testo accademico e affrontando la topica in modo tale da poter essere accolta e analizzata dai più.