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Everlasting

everlasting

“Soulmates 2.0 si sta sincronizzando. Si prega di attendere”. La prima versione di Soulmates con As non ha funzionato e come con lei anche con un’altra piccola parte di popolazione, individui “atipici” per i quali l’azienda Everlasting non è riuscita a trovare un’anima gemella. Ecco perché le propongono di testare Soulmates 2.0, per evitare a chi verrà dopo di lei di trovarsi nella sua stessa situazione, per evitare a chi verrà dopo di lei di provare il suo dolore, la sua sofferenza, la sua solitudine. D’altra parte le farebbe proprio comodo il milione di crediti offerto per fare da “cavia”, un milione di crediti che potrebbe aiutarla a saldare i suoi debiti, comprare un appartamento e dei vestiti normali, tornare al tenore di vita a cui era abituata prima di Soulmates. As non ha altra scelta se non l’accettare di partecipare all’esperimento, in fondo l’azienda ha il controllo di tutta la rete cittadina ed è impossibile vivere bene senza averci a che fare almeno una volta nella vita. Soulmates offre la splendida illusione che trovando una persona con cui condividere la vita tutto il resto andrà per il meglio: senza, come per As, non c’è felicità, non c’è benessere. Ma come possono esistere felicità e benessere in un mondo in cui gli uomini si picchiano ogni volta che ne hanno l’occasione, i bambini non nascono più e le nazioni sono in guerra tra loro? È facile credere alla felicità all’interno di una campana di vetro, ma As sa che non esiste solo l’Upsite nel mondo, e l’esterno è sempre lì, non se n’è mai andato…

Romanzo d’esordio di Juliette Pierce, il bestseller francese Everlasting si colloca all’interno di quel filone del genere distopico che analizza i rapporti umani, immaginando una società in cui assolutamente indispensabile è trovare la cosiddetta “anima gemella”. Everlasting segue un’ideale di stabilità emotiva basato su un amore “creato in laboratorio” e non dice nulla di più di altre opere, letterarie, cinematografiche o televisive che trattano dello stesso argomento, se non fosse per un worldbuilding davvero curato e preciso - sicuramente l’aspetto più interessante del romanzo, che purtroppo però pecca nello svolgimento del plot, purtroppo ben poco coinvolgente. La stessa protagonista, As, è una ragazza quasi passiva, risucchiata in un mondo e in una società che percepisce come fallaci ma a cui non ha la forza, né i mezzi, per opporsi ed è a questo punto che viene spontaneo domandarsi se la piattezza della protagonista sia dovuta al controllo della popolazione immaginato dall’autrice e quindi sia coerente con le premesse e l’ambientazione, o se invece sia frutto semplicemente di una scrittura non ancora matura (che peraltro sarebbe anche giustificabile, data la giovane età di Juliette Pierce). Il fatto che andando avanti con la lettura si noti una caratterizzazione molto più pregnante in altri personaggi fa propendere ahinoi per la seconda ipotesi. È la pecca più significativa di un romanzo che sarebbe potuto essere molto più.