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Extrema Ratio

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Il Commissario Acquaviva deve investigare su un caso di omicidio, ma questa volta le premesse sembrano essere davvero complicate e, per certi versi, pericolose. Siamo infatti a Salerno e corre l’anno 1923. Benito Mussolini è a capo del governo e il fascismo è ormai padrone della penisola da oltre un anno; eppure nel sud e nei territori distanti dalle grandi città sono ancora molte le correnti di potere che cercano di agire in modo proprio, persino all’interno dello stesso Partito Fascista. Proprio a Salerno è in atto uno scontro assai aspro: da una parte c’è Matteo Accardi, fiduciario politico provinciale, e dall’altra la corrente capitanata dall’avvocato Mario Jannelli. In questa situazione di frizzante tensione viene scoperto il cadavere di una ragazza orribilmente sgozzata. La notizia è destinata a creare un rapido fermento, giacché stando ai primi indizi emersi tutta l’indagine sembrerebbe convergere proprio attorno al nome di Accardi. Jannelli e i suoi ne approfittano: sono intenzionati a cavalcare l’onda per mettere in difficoltà il fiduciario. Il commissario Acquaviva deve perciò destreggiarsi all’interno di un marasma politico che potrebbe creargli seri problemi. Come sempre avviene, però, i retroscena sono molti, e la verità celata dietro al delitto si rivelerà ben più sorprendente delle attese…

Il romanzo di Esposito si rifà alle classiche meccaniche del giallo, ma inserisce la trama in una cornice storica molto interessante. Oltre alle sorprese e ai colpi di scena, inevitabili e necessari in una storia di questo genere, l’autore riesce a far emergere anche moltissimi elementi veri o verosimili del periodo fascista e della storia di Salerno. Non si ha dunque la sensazione di leggere una semplice trama d’investigazione, dove si attende esclusivamente il disvelamento dell’assassino, bensì pare di aver tra le mani un vero e proprio romanzo storico narrante un omicidio. Questo che però pare un lato positivo del libro, in alcuni momenti ne diventa anche il lato problematico. Le lunghe spiegazioni storiche e gli approfondimenti politici sulla situazione del tempo, seppur necessari per descrivere al meglio l’ambientazione, possono infatti risultare un po’ lenti agli occhi del lettore in cerca di facili trame e scene colme di tensione. Anche alcuni dialoghi, seppur divertenti e interessanti, tendono a non portare avanti la storia, bensì a soffermarsi su aneddoti dal sapore reale, ma distanti dalle necessità di un semplice giallo in cerca di uno sviluppo coinvolgente. In conclusione questo è un libro che finisce per essere più di ciò che dovrebbe, e se ciò sia un bene o un male sta ai gusti del lettore deciderlo.