Salta al contenuto principale

Facciamo che eravamo

Nonno Aldo e Paolino vanno tutti i giorni ai giardini. Il nonno cammina piano, ma il nipotino è tanto piccolo che ci vogliono tre dei suoi piccoli passi per fare uno solo dei passi lenti del nonno. Per i due camminare insieme è bello. In più, entrambi hanno una grande passione per le navi: il nonno a causa dei ricordi del lavoro di un tempo, il bimbo perché ha una barchetta rossa e un traghetto a batteria che ogni giorno fa navigare nella grande vasca del giardino pubblico. Un pomeriggio, però, nonno Aldo appare stanco e siede smarrito su una panchina. Che succede? Il nonno non ricorda più la strada di casa, ma Paolino sì, ed è fiero di poterlo accompagnare a casa, come se questa volta fosse lui l’adulto consapevole e sicuro. L’impresa gli sembra un gioco, anzi una nuova versione del gioco che tanto spesso fa insieme a nonno Aldo: “Facciamo che eravamo” consiste nell'immaginare di impersonare di volta in volta un personaggio diverso o di vivere una situazione inedita e avventurosa. Paolino dunque è convinto di avere giocato col nonno a Pollicino che ritrova la strada di casa. Ma quando esulta e chiede alla mamma conferma di essere stato bravo, si accorge che lei non lo ascolta e guarda preoccupata l’anziano. Che succede? E perché dopo quel giorno a Paolino non viene più permesso di andare ai giardini con il nonno?

Nuova edizione per una storia apparsa con lo stesso titolo nella collana “Le parole per dirlo” delle Edizioni San Paolo nel 2006 con le illustrazioni di Alessandra Cimatoribus, l’albo tratta il tema del rapporto tra nonni e nipotini nel tristissimo caso in cui gli anziani vengano colpiti dalla malattia di Alzheimer. Riferimenti spaziali tentennanti, parole perdute, ricordi confusi, volti irriconoscibili, caratteristiche dell’Alzehimer conclamato o nascente, appaiono qui al bambino piccolo come elementi di un gioco segreto e condiviso nella normalità di quel magico mondo di relazioni e fantasie che, nei casi più felici, si instaura tra nonni e nipotini. E anche quando il nipote sarà cresciuto il momento delle visite al nonno, perduto nelle nebbie della malattia, rimarrà per lui un momento speciale, un’oasi di affetto nella quale il vecchio gioco comune del “Facciamo che eravamo” si rivela momento privilegiato per tornare ad essere se stessi nella consapevolezza che i legami profondi non si perdono mai. Le illustrazioni di Desideria Guicciardini, chiare, argute e dall’ampio respiro, conferiscono poesia e luce a un’età come la vecchiaia, non esente da ombre.