
Si chiama Danza delle Follie di Stagione, ed è un periodo particolarissimo dell'anno in cui gli abitanti del villaggio della Quercia Fatata si lasciano andare ai comportamenti più insoliti e stravaganti, briglie sciolte alla fantasia. Bambini che infilzano foglie di acero nelle forchette, nonnine che si sfidano a confezionare sciarpe lunghe decine di metri all'uncinetto, magici che si trasformano in funghi e fate che si ubriacano indecentemente: tutto è concesso e tollerato, salvo però essere ricordato e rievocato per i decenni successivi. Quest'anno a dare il via alla Danza è il mago Meum McDale, che sale sul tetto, occupa il nido di una cicogna e pensa bene di non scendere più. Chi in mezzo a queste stranezze si trova proprio a sua agio è Flox Pollimon, la più cara amica delle gemelle. L'unica ad apprezzare quel tripudio di euforia che sembra rendere omaggio alla vita prima del sonno invernale in modo paragonabile solo allo splendore dei colori dell'autunno. Flox ha la passione dei colori, sa distinguere più di ottocento tonalità di giallo, mille di rosso e duemila verdi, per non parlare dei blu e dei violetti. Ma la vita non è sempre sgargiante di colori: ci sono le interrogazioni di matematica e poi il disastro combinato da Quercia, che muovendo goffamente le sue radici distrugge mezza scuola, senza contare lo strano andirivieni notturno nei sotterranei e il comportamento di Lilium Martagon, fabbro e maniscalco dal cuore d'oro. Cosa sta succedendo nella Valle di Verdepiano?
Ci si diverte un mondo con il terzo mistero di Fairy Oak, e come potrebbe essere diversamente con Flox come protagonista: una giovane allegra, sconsiderata e coloratissima maga della luce. E allora via con la Danza e con i colori, con i pasticci e le avventure della banda. Nonostante le follie però, neanche questa volta - seppure con il consueto stile e l'ormai consueta semplicità - Elisabetta Gnone rinuncia a raccontare una vera e propria favola, dotata di una piccola morale e di valori importanti da depositare come bulbi dormienti nei cuori dei suoi piccoli lettori. Temi portanti del romanzo sono infatti l'amicizia e l'amore per la Natura. La deliziosa Flox li racchiude entrambi, soprattutto il secondo, e li trasmette al lettore pagina dopo pagine con estrema spontaneità. Ma in questo capitolo de “I Misteri di Fairy Oak”, come raramente accade in un romanzo diretto a un pubblico così giovane, i veri testimoni del significato dell'amicizia saranno due uomini adulti (nonché da due alberi molto molto adulti, che sono stati “semini insieme”). Un romanzo aggraziato e che riesce pur con un atmosfera allegra e scherzosa ad essere più profondo e sofisticato dei capitoli precedenti della saga, senza per questo però diventare meno godibile. Come una sinfonia il ritmo si alterna a seconda delle esigenze della narrazione accompagnando in una stagione, l'autunno, solitamente poco amata dai bambini. Chissà cosa ci aspetta nel prossimo volume, ormai quasi in arrivo, dove ad essere svelato sarà l'ultimo mistero.
Ci si diverte un mondo con il terzo mistero di Fairy Oak, e come potrebbe essere diversamente con Flox come protagonista: una giovane allegra, sconsiderata e coloratissima maga della luce. E allora via con la Danza e con i colori, con i pasticci e le avventure della banda. Nonostante le follie però, neanche questa volta - seppure con il consueto stile e l'ormai consueta semplicità - Elisabetta Gnone rinuncia a raccontare una vera e propria favola, dotata di una piccola morale e di valori importanti da depositare come bulbi dormienti nei cuori dei suoi piccoli lettori. Temi portanti del romanzo sono infatti l'amicizia e l'amore per la Natura. La deliziosa Flox li racchiude entrambi, soprattutto il secondo, e li trasmette al lettore pagina dopo pagine con estrema spontaneità. Ma in questo capitolo de “I Misteri di Fairy Oak”, come raramente accade in un romanzo diretto a un pubblico così giovane, i veri testimoni del significato dell'amicizia saranno due uomini adulti (nonché da due alberi molto molto adulti, che sono stati “semini insieme”). Un romanzo aggraziato e che riesce pur con un atmosfera allegra e scherzosa ad essere più profondo e sofisticato dei capitoli precedenti della saga, senza per questo però diventare meno godibile. Come una sinfonia il ritmo si alterna a seconda delle esigenze della narrazione accompagnando in una stagione, l'autunno, solitamente poco amata dai bambini. Chissà cosa ci aspetta nel prossimo volume, ormai quasi in arrivo, dove ad essere svelato sarà l'ultimo mistero.