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Fango e stelle

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Sara Wheeler viaggia dai campi di barbabietole del Nordovest della Russia fino alla tundra dell’Estremo Oriente, otto fusi orari pieni di gente, di vita e di usanze. È proprio la Russia il primo paese straniero che ha visitato, all’età di undici anni e da allora non ha mai smesso di amarlo. Gli scrittori dell’Età dell’Oro sono i suoi compagni di viaggio: Puškin, Dostoevskij, Gogol’, Turgenev, Lermontov, Tolstoj, Čechov, Leskov, Gončarov. Visita le loro case, molto ben conservate e respira la loro aria. Case cittadine e case nella foresta, come quella di Turgenev a Spasskoe-Lutovinovo, pervasa in primavera dal profumo della rosa canina. A Trigorskoe, al confine con l’Estonia, Irina, la guida nella terra di Puškin, malato di gonorrea e padre della letteratura. Di proposito cerca di evitare Mosca e San Pietroburgo, troppo snob e francesi in passato e troppo ricche di corruttela oligarchica oggi. Infatti, Dostoevski lo cerca in una città termale, Staraja Russa. Tigli e betulle ombreggiano le rive dei laghi ed è qui che lo scrittore ha vissuto fino all’adolescenza. La Transiberiana in inverno è un’esperienza unica, camminare su banchine ghiacciate per comperare pesce secco. Questa non è la Russia dei rotocalchi, ma quella della gente, del popolo. Sara dorme insieme a loro in appartamenti o stanze in affitto, con il bagno in comune, nei palazzi anni Cinquanta. Condivide i pasti, spesso scarsi, con i proprietari che, preoccupati, ascoltano le notizie sull’Ucraina. Lo scenario cambia e sconvolge, la politica è oppressiva e la morsa del capitalismo di pochi fa il resto. La Wheeler viaggia alla scoperta dell’anima e della cultura russa e ne trova tante, tutte diverse come diversi sono i grandi autori che la guidano in questo viaggio. In fondo lo diceva anche Caterina la Grande che la Russia era troppo grande per essere governata…

Fango e stelle deriva da una citazione di Turgenev messa in epigrafe: “Noi ce ne stiamo nel fango, amico mio, e cerchiamo di raggiungere le stelle”, mentre il sottotitolo, Viaggio in Russia in compagnia di Puškin, Tolstoj e altri geni dell’Età d’Oro, ci dà subito un’idea del suo contenuto. Sara Wheeler cerca di unire viaggio e letteratura, alla ricerca dell’identità più autentica della Russia, cogliendo gli aspetti più umani e dando voce alle persone ordinarie. È suo intento ricordare che i grandi autori russi hanno e continuano ad influenzare profondamente la cultura. Ben descritti sono i luoghi legati agli autori, che l’autrice ha visitato. Unisce alla storia anche dettagli contemporanei della vita post-sovietica. È proprio il confronto tra passato e presente il punto cardine del libro, che dovrebbe premettere di capire l’anima del popolo russo, il suo modo di vivere e di pensare. A tratti si viene sovrastati dalle considerazioni e dalle esperienze personali dell’autrice, tutto è filtrato esclusivamente dal suo punto di vista e può risultare dispersivo. Ci sono note curiose che fanno sorridere o abitudini che fatichiamo a comprendere. Come il fatto che ogni guida turistica ha un suo “territorio” e non può entrare in quelli altrui, o che quasi la metà delle case dei villaggi di campagna non ha ancora l’elettricità, mentre a pochi chilometri magari, c’è una centrale nucleare. Dettagli che evidenziano il potere di pochi e la diffusa povertà di molti. Esempio lampante è l’immenso investimento statale per le Olimpiadi invernali di Soči del 2014, che ha stravolto la geografia di una piccola città affacciata sul Mar Nero, senza migliorare minimamente le condizioni di vita dei suoi abitanti. Nonostante i molti governi oppressivi, la gente normale si è adattata, è andata avanti, sviluppando idee e valori tutti suoi, quelli che gli autori più osannati hanno cercato di racchiudere nelle pagine dei loro romanzi. Fango e stelle illustra le idee, la storia, la geografia e la mente della Russia. Certo, come specifica l’autrice, non è un saggio scientifico, né tantomeno accademico. Racconta molte storie e suscita pensieri e domande. Da leggere, ma avendo un minimo di dimestichezza con gli autori russi.