
Il commissario Bordelli non riesce a riposare bene. Sente ancora la voce di sua madre nella mente; avverte sul cuore il peso di decisioni prese forse troppo frettolosamente, dettate da sentimenti profondamente radicati in lui. E poi la nostalgia per Eleonora, il desiderio di quell’amore che si è allontanato da lui lasciandolo in balia dei ricordi. È passato troppo poco tempo dall’alluvione di Firenze, tanto che le case ancora conservano le cicatrici sui palazzi. È il 1967; è dicembre e la città viene scossa da un nuovo delitto. Il corpo senza vita di un uomo vedovo e benestante viene rinvenuto in casa sua trafitto da un fioretto. La cassaforte aperta, la mancanza di uno scrigno pieno di gioielli, il ritrovamento dell’anello di fidanzamento della moglie vicino al corpo gettano più di un interrogativo sulla vita e la morte di un uomo che sembra privo di ombre...
Dopo quattro anni torna il commissario Bordelli, personaggio molto amato dai lettori di Marco Vichi, e lo fa con il suo passato pieno di dubbi, preoccupazioni, ricordi che sembrano non abbandonarlo neppure per un istante. Il successo di Bordelli risiede probabilmente nella sua potente carica di umanità, nelle sue amicizie non sempre cristalline, nei suoi pensieri non sempre ordinati, nelle sue paure, nelle speranze, nella voglia di non arrendersi. È un uomo che ha vissuto a pieno la sua vita, con gli errori e le prove non sempre superate; un commissario che prima di tutto è una persona che sa di non essere infallibile. Bordelli, come lo ha definito Camilleri, “un eroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere”.