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Felice come il mio gatto

Felice come il mio gatto

Coltivare la propria indipendenza. Saper dire di no. Gestire l’appetito. Praticare attività fisica quotidiana. Curare l’igiene e l’aspetto fisico. Continuare a giocare. Manifestare la propria gratitudine. Condividere le proprie conquiste. Sulla “bontà” di questi precetti nessuno avrebbe da ridire, ma in pratica come possiamo fare? Imparando dai gatti e svolgendo “esercizi pratici di felinità”. Facciamo qualche esempio. “Manifestare la propria gratitudine”: non è sempre necessario farlo a voce. La comunicazione verbale è sopravvalutata e a volte inopportuna. Così come il gatto ci accoglie strusciandosi sulle nostre gambe al rientro a casa, dovremmo riscoprire la bontà e l’utilità di alcuni gesti, soprattutto con il proprio partner. Da un braccio attorno alla vita a una carezza sulla nuca. Manifestazioni di tenerezza a cui nessuno può rimanere insensibile. Oppure: “Praticare attività fisica quotidiana”. Nell’essere umano una nuova abitudine viene acquisita in un arco di tempo minimo di tre settimane. Ciò significa che se in 20 giorni circa abbiamo avuto la costanza di svolgere ritualmente una certa attività, possiamo essere quasi sicuri che quella attività sia stata acquisita. Se per il gatto l’esecuzione di esercizio fisico è istintiva, noi dobbiamo imparare a farla diventare abitudine, svolgendola ogni giorno, possibilmente al risveglio…

Ok, non tutti gli esercizi proposti dal libretto sono così “ragionevoli” (ora, va bene imparare dal gatto, ma siamo sicuri che catturare una mosca a mani nude sia uno skill davvero così importante da avere?). Diciamo che la guida è semiseria e Frédéric Ploton, giornalista ed autore di altri saggi su benessere, problemi di coppia e sessualità, abbia voluto creare il libriccino perfetto da regalare ai sempre più numerosi amanti dei gatti con velleità razionali, che apprezzeranno il tratto scanzonato dell’illustratrice Lucile Gomez e potranno prendere sul serio ma non troppo le loro passioni feline. Nonostante tutto, le premesse sono vere: in chiunque abbia trascorso qualche giorno (per i più veloci basta anche qualche ora) con un gatto non può non albergare prima o poi il più umano dei sentimenti. L’invidia. Sono belli, fotogenici, eleganti, autosufficienti, imperturbabili, padroni di se stessi. Un gatto non smania come un cane, non ci guarda imploranti, non si lascia mai sopraffare dalle emozioni, non perde mai il controllo sul suo corpo, non si lascia addomesticare, ci riduce suoi schiavi senza neanche desiderarlo. Potremmo continuare così a lungo, a elencare tutte quelle qualità che, in quanto esseri umani, non possederemo mai. A salvarci (forse) il barlume della consapevolezza che si tratti solo di nostre proiezioni, che anche con i gatti (forse) hanno davvero poco a che fare.