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Fellini metafisico

Lo sceicco bianco, del 1952, è la prima opera della quale Federico Fellini ha la responsabilità totale – la prima, di due anni precedente, Luci del varietà, un fiasco senza se e senza ma specie dal punto di vista finanziario, è in condominio con Lattuada, che come Fellini, essendosi entrambi autofinanziati, finisce per indebitarsi pesantemente – in qualità di regista: nel dopoguerra Federico, che nasce a Rimini, allora niente affatto capoluogo di provincia, il 20 di gennaio del 1920, e che nel 1939 si trasferisce a Roma per continuare quella carriera, iniziata nella città di origine e proseguita a Firenze, di giornalista, vignettista e caricaturista, diventa, collaborando come sceneggiatore a molti capolavori, basti pensare a Roma città aperta e Paisà e a opere di Germi, il succitato Lattuada e Comencini, in assoluto uno dei veri e propri personaggi principali del Neorealismo. Nello Sceicco Bianco Ivan e Wanda, la giovane coppia di sposi, appaiono da subito come un archetipo del Maschile e del Femminile secondo Fellini…

Articolato in venti capitoli, uno per film (Lo sceicco bianco, I vitelloni, La strada, Il bidone, Le notti di Cabiria, La dolce vita, Le tentazioni del dottor Antonio, Otto e ½, Giulietta degli spiriti, Fellini Satyricon, I clowns, Fellini Roma, Amarcord, Il Casanova di Federico Fellini, Prova d’orchestra, La città delle donne, E la nave va, Ginger e Fred, Intervista, La voce della luna), il saggio mantiene quanto promesso dal sottotitolo, ossia con prosa facile e leggibile narra la riconciliazione fra sogno e realtà di un maestro della settima arte pieno di passioni terrene ma al tempo stesso affascinato dall’onirico, dall’iperbolico, dal surreale, dal trascendente, sostrato necessario per la formulazione del suo linguaggio, che è fertile commistione di generi e livelli. Federico Fellini ha contribuito a rendere grande il prestigio del cinema italiano nel mondo, con una cifra assolutamente unica, particolare, che riserva ancora sorprese nel momento in cui ci si approccia a essa per realizzare un’analisi, perché si dimostra continuamente nuova, osservabile da un’altra angolazione rivelatrice: dimensione letteraria, filosofica, sociale e politica, nel senso più ampio del termine, si amalgamano e inducono a una riflessione sul senso stesso della bellezza e del ruolo degli intellettuali nel nostro tempo.