
Un uomo si introduce furtivamente nella sagrestia della piccola chiesa, è mattina presto, la messa è appena finita, poche anziane parrocchiane se ne sono andate e Don Mario sta togliendo i paramenti sacri. L’uomo lo segue e senza nessuna esitazione gli piomba alle spalle soffocandolo con lo stesso abito che stava togliendo. Attento a non fare rumore e riavvolgendo nella sua mente il nastro di ogni possibile futuro, di ogni possibile alibi, ha la meglio sul vecchio sacerdote che adagia sul pavimento, ormai inerme. Sa per certo che verrà arrestato, spera solo che non accada troppo presto… Un uomo è stato avvelenato, sua moglie glielo confida fumando una sigaretta, con una lucidità e una calma che cozzano con il contenuto di quelle parole. Anche lei ha assunto il medesimo veleno che entro breve comincerà a fare effetto, ha scelto di morire sdraiandosi sul letto, con accanto il marito. Ma mentre per sé ha già scelto, a lui ha fornito una possibilità di salvezza. Pur avendo isolato i telefoni e manomesso l’automobile, il paese non è così distante da non poter essere raggiunto nel tempo necessario ad anticipare la morte…
“È possibile determinare se una narrazione sia veritiera o no, sulla base della sola narrazione?” Se lo chiede Giulio Mozzi, nel tentativo di definire che cosa sia la fiction, nel determinare il momento in cui la realtà cede il passo alla finzione, se lo chiede osservando il comportamento delle persone che si assiepano di fronte agli incidenti stradali, o anche semplicemente di fronte ad un cassonetto che fuma, se lo chiede cercando di analizzare i motivi che stanno alla base di una percezione così distorta della realtà. La prima edizione di Fiction, per Einaudi, risale al 2001 e in quel momento l’autore sentiva di essere al punto più alto del suo essere scrittore. A distanza di sedici anni viene proposto questo Fiction 2.0, una versione a tratti ampliata e a tratti ridotta di un testo che in parte, ma solo in parte, rispecchia l’uomo che Giulio Mozzi è oggi. Unico punto fermo lo spartiacque del racconto Narratology, che segna il confine tra la prima e la seconda parte, in cui il protagonista si domanda come sia possibile che dal 94 dopo Cristo in poi, dalla pubblicazione del Vangelo di Giovanni, Dio non abbia più fatto sentire la sua voce, dopo secoli di scritti. Avanguardia letteraria o esperimento, virtuosismo o necessità di mettersi alla prova nel declinare esperienze e racconti (ma non chiamateli così!) in prima persona senza poter distinguere tra finzione e realtà.