
La già scarna vita sociale di Decca s’interruppe bruscamente nel 1926 quando, a nove anni, si trasferì con la sua famiglia, gli aristocratici Redensdale, nella campagna delle Costwold. Swinbrook House, un gigantesco edificio grigio, era pensata per essere completamente autonoma e soddisfare ogni singola esigenza di una famiglia con sette figli: non c’era bisogno di uscire per alcun motivo. La vita a Swinbrook procedeva lentamente e “ruotava intorno alla chiesa, al partito conservatore e alla Camera dei Lord”. Decca passò la sua infanzia infinita sognando di scappare di casa e osservando le sorelle maggiori emanciparsi, ognuna ribelle a modo suo. La penna irriverente di Nancy, la primogenita, ne fece presto un’abile romanziera, la cui prima vittima fu la sua stessa famiglia. Diana, bella e dannata, sfoderò tutta la sua audacia nel sudato matrimonio col ricchissimo Bryan Guinnes, da cui poi divorziò provocando uno scandalo. La rivoluzione di Boud, invece, incontrò la tacita approvazione della famiglia: dimostrò fin da giovane simpatie per il nazismo, per poi diventare un’attivista al fianco di Hitler. Decca visse la sua ribellione in segreto per lungo tempo, coltivando una crescente inclinazione per le idee comuniste. Il suo progetto di fuga prese forma nell’incontro con suo cugino Esmond Romilly con cui partì alla volta della Spagna, per andare a combattere contro Franco. Oltre a un compagno di lotta, Esmond divenne anche “il traduttore di tutti i suoi sogni in realtà, l’affascinante compagno della sua vita adulta” e i due si unirono in un contestato matrimonio. Con lui iniziò una vita nomade che li portò oltreoceano proprio quando la Seconda guerra mondiale era alle porte...
La storia della famiglia Mitford, gli aristocratici Redensdale, ci si rivela pagina per pagina, in un crescendo di ironia e irriverenza, grazie all’esilarante autobiografia di Jessica Mitford, detta Decca, la più ribelle delle figlie ribelli. Sei sorelle, tutte diverse, tutte decise e ostinate. Perfino Pam e Debo che, con la loro indole più pacifica, vissero sogni meno sovversivi (rispettivamente un amore instancabile per la campagna e l’aspirazione alla vita ducale) ma vollero realizzarli a tutti i costi. Una storia di bambine che diventarono donne senza farsi ostacolare dai Riveriti, i loro genitori vecchio stampo, né condizionare dall’esempio di disciplina del loro docile fratello Tom. Un racconto divertente, a tratti spassoso, che ha anime molteplici. È innanzitutto un’autobiografia: ripercorriamo la storia dei Mitford partendo da Decca e insieme a lei ci struggiamo e ci rallegriamo. È un romanzo storico che ci offre uno spaccato sulle dinamiche politiche che hanno portato alla Seconda guerra mondiale, toccando da vicino personaggi come Churchill e Hitler. È un romanzo sentimentale che ci narra l’amore struggente tra Decca ed Esmond, che vince confini e convenzioni. È, infine, un racconto da copertina: buffo, divertente, irresistibile come le pagine di un rotocalco. La prefazione di Christopher Hitchens e l’introduzione dell’autrice stessa danno dati utili per comprendere meglio il romanzo: sono una buona idea sia all’inizio della lettura, per chi volesse partire con tutti gli elementi storici in mano, sia alla fine, per chi invece preferisse scoprire da solo finale.