
Il posto in cui Tomoka - ventun anni - lavora si chiama Eden. Si tratta di un ipermercato dal nome paradisiaco all’interno del quale la giovane, strizzata in gilet e gonna nera attillata, sta alla cassa oppure serve i clienti. Ogni giorno di qualsiasi stagione. Da quando dopo la laurea, sei mesi fa, è stata assunta. Oggi è stata assegnata al punto vendita di abiti per signora del reparto abbigliamento. Quando la sua collega part time Numauchi rientra dietro il bancone delle casse, tocca a lei fare la pausa. Tuttavia, passando accanto alla zona vendite, la merce in disordine le procura fastidio e sta per allungare una mano e risistemarla quando una voce la chiama. Si tratta di una cliente che desidera un consiglio su quale maglione scegliere. Ne ha in mano due: uno fucsia con lo scollo a V e un altro marrone a collo alto. Tomoka l’aiuta nella scelta e, quando la donna raggiunge la cassa con il suo acquisto, il tempo della sua pausa - quarantacinque minuti in tutto - si è già accorciato di quindici. In mensa Kiriyama si avvicina al tavolo a cui Tomoka è seduta e le due cominciano a parlare di opportunità di lavoro. Tomoka vorrebbe cambiare ma sa che spesso, negli annunci di ricerca, vengono richieste competenze che non ha. Per esempio, dovrebbe sapere adoperare meglio il pc: ha un portatile, se la cava con Word, ma di Excel non capisce nulla. Kiriyama le consiglia di acquisire competenze in tal senso e, quando Tomoka confessa di non potersi permettere di frequentare un corso a pagamento, le consiglia di rivolgersi ai centri culturali o alle sale dei comitati di quartiere, dove spesso si organizzano attività gratuite. La ricerca che più tardi la giovane conduce sullo smartphone le indica la Hatory Community House, che è a meno di dieci minuti di distanza da casa sua. Nel centro si tiene un corso di informatica al costo di duemila yen a lezione. Un incontro ogni mercoledì dalle due alle quattro di pomeriggio. Durante la prima lezione e grazie all’insegnante, Tomoka studia Excel partendo da zero. Al termine, la docente le consiglia alcuni manuali, aggiungendo che li può reperire nella biblioteca che si trova all’interno della Community House. La bibliotecaria è in fondo alla sala adibita È a biblioteca. È una donna estremamente grossa: mento e collo sono un tutt’uno e la sua figura ricorda un orso bianco rintanato in un buco, pronto per il letargo...
Cinque sono i personaggi principali del romanzo di Michiko Aoyama, giornalista, editor e scrittrice giapponese: c’è una ragazza ventenne che non sa bene cosa desiderare per il proprio futuro, ma la sua unica certezza è che vuole restare a Tokyo e non tornare nel paese d’origine; c’è un contabile con una passione mai coltivata per l’antiquariato; c’è una donna la cui ascesa, dal punto di vista professionale, ha subito una battuta d’arresto da quando è diventata madre. Poi ci sono un giovane disoccupato, che vorrebbe diventare illustratore ma è vittima di attacchi di panico che lo fiaccano e acuiscono il suo senso d’inferiorità nei confronti del fratello e della sua brillante carriera professionale, e un neopensionato, che ha trascorso gli ultimi quarant’anni della propria vita producendo biscotti. Cinque vite diverse, tutte con qualche ferita e parecchie cicatrici, tutte alla ricerca di quella spinta necessaria a imprimere una svolta alla propria realtà, per darle un nuovo colore. La spinta di cui hanno bisogno ha un nome, un cognome e una mole imponente: è la signora Komachi, singolare bibliotecaria che non è dotata di poteri magici o di chiaroveggenza. No, lei sa semplicemente guardare le persone, capisce ciò di cui hanno bisogno e sa consigliare a ciascuna il libro giusto, quello che ha tra le pagine lo stimolo a rimettersi in gioco e a dare nuovo vigore alla propria esistenza. La sensibilità e la capacità intuitiva di Komachi le consentono di aiutare chi frequenta la sua biblioteca, consigliando a ciascuno la lettura illuminante di cui si ha bisogno e offrendo a ogni lettore anche un oggetto in lana cardata che la donna lavora tra una consulenza e l’altra. Komachi è una figura meravigliosa: propositiva senza esser invadente, lungimirante e credibile, conosce gli strumenti per far luce nelle vite spesso annoiate e sfiduciate dei frequentatori della biblioteca e diventa propulsore in grado di segnare un nuovo cammino, sul quale muoversi con rinnovato vigore. Con lo stile garbato e soft tipico degli scritti di autori giapponesi, la Aoyama offre al lettore pagine delicate che sottolineano l’immenso potere dei libri che, se letti in un certo modo, contengono le risposte a mille interrogativi.