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Fiori scompagni in acqua cruda

Fiori scompagni in acqua cruda

Raccolta di poesie che pone l’accento sul valore espressivo della parola, sia in relazione al suo significato che in relazione al suo suono, perché suono e ritmo sono fondamentali nella poesia. La raccolta, suddivisa in sette sezioni, offre ai lettori sensazioni e argomenti diversi, fondati su esperienze e domande cruciali circa l’esistenza umana e l’amore. Leggiamo nella prima sezione, Quoi de neuf: “Sei lenimento / con la tua grandine di sorrisi / hai succhiato / tra la vita e me / l’aria in eccesso / [...] sei godimento / col tuo piovasco di baci”. E più avanti, nella sezione Pelle e zucchero, la poesia Come se si conclude così: “Se tu non ci fossi, / mancheresti / come manca / a certi mattini / l’oro in bocca”. L’ultima sezione Il tempo dei pavoni, composta da sole cinque liriche, offre, a mio avviso, la chiave di lettura di tutta la silloge. Qui le prime tre liriche, che risalgono al 1998, offrono lo scenario del canto: spazi aperti di natura, lago ed ulivi, vampe di sole e pioggia, parole “accese come lampade”. E, infine, Elettrica, un componimento che narra il risveglio dell’autrice bambina nel “fiore dell’alba”, quando i sensi si acuiscono e rumori e profumi, pur discreti e attutiti, si fanno ben vivi e presenti. L’autrice, voce narrante, è tornata piccola figlia e rievoca lo stupore per il risveglio del padre, che si prepara per il lavoro, di primo mattino, concludendo, alla fine, con saggezza adulta: “Essere ricchi di luce non è poco, / per chi vive da sempre d’astrazione”...

La poesia di Carmen Guarascio si muove nel quotidiano - parla di notti e risvegli, di passi e rumori, di cielo sereno, di nuvole e di piogge, di luce aperta e di grigiore - e tuttavia tocca temi alti come il valore della parola, il suo potere di definizione del sentimento e, talvolta, perfino della realtà, presente o passata che sia. Questa, del 2019, è la seconda raccolta poetica dell’autrice, insegnante di lettere classiche. La cultura classica si avverte in queste liriche, soprattutto nella cura del verso e dei vocaboli, ma anche nelle immagini che le poesie evocano nel lettore. Leggiamo, infatti, per non fare che un pugno di esempi: “notte dalle labbra di cristallo” (Il cammino di Franz); “vedrai, annoieremo gli dei / con il nostro cicaleccio” (41#); “le vigne sono rosse di terra” (ZTL del cuore); “il vento ha dita di brezza” (Lettera); “(...) divertimi, parola, / come un aneddoto / dopo una cena” (L’occhio). L’autrice, che ha scritto anche un romanzo per le scuole, Il diario di Sulpicia (Cosmo Iannone Editore, 2017), collabora con “Quarta dimensione”, periodico on line della Fondazione Molise Cultura, occupandosi di poeti contemporanei.