
L’estate sta arrivando e questa stagione rappresenta una grande fonte di guadagno per il libraio Mendele. Vestito con tallit e tzitzit come un ebreo che si rispetti gira per tutte le fiere di Minsk e dintorni con il suo carico di libri. Libri di preghiera soprattutto, con cui gli ebrei chiedono perdono al Signore e agli altri. Il picco di queste scuse collettive si raggiunge probabilmente il diciassette del mese di Tammuz, quando il popolo di Israele digiuna per ricordare la distruzione del Tempio di Gerusalemme a opera degli eserciti di Nabucodonosor. Si digiuna, ci si lamenta e Mendele intanto fa affari d’oro. E nel suo peregrinare, oltre a vendere i suoi libri, fa anche incontri molto interessanti, persone con cui scambiare opinioni e aneddoti. Ci si racconta a vicenda la storia di questo e quello, in un mondo molto piccolo come quello della comunità ortodossa in cui si conoscono tutti e dove i misfatti e le virtù di ognuno sono di pubblico dominio. Come quando Mendele racconta allo stimato rav Alter che si lamentava degli affari scarsi, in un momento di riposo durante una camminata assieme, la storia di Fishke lo zoppo che viveva a Glupsk. In un miscuglio di sentimenti e bassi interessi economici Fishke si barcamena tra il matrimonio per interesse con una donna non vedente e l’amore sincero per una ragazza con la gobba. Una situazione incresciosa che lo porta a vivere molte peripezie…
Mendele Moicher Sfurim è lo pseudonimo di Sholem Yankev Abramowitsch, nato in Bielorussia nella prima metà dell’Ottocento. È considerato universalmente il progenitore della letteratura moderna in lingua yiddish così come quella in ebraico moderno. Tradusse infatti molte delle sue opere dall’yiddish all’ebraico, dando vita a un filone letterario dalle tematiche moderne e al passo con i tempi anche dal punto di vista linguistico a vantaggio di tutto il mondo israelita. Il suo pseudonimo significa Mendele venditore di libri, una sorta di vocazione pedagogica la sua. Il suo intento, infatti, era quello di divulgare con i suoi scritti e le sue storie cultura e informazione, come facevano una volta i vecchi venditori ambulanti di libri. Questo per correggere le storture del modo di vivere degli ebrei degli shtetl, le piccole comunità ortodosse, e le loro superstizioni da un lato e dall’altro per nobilitare la lingua yiddish e farla diventare simbolo di unità nazionale. Anche in questo caso la storia di FIshke lo zoppo è introdotta e raccontata proprio da Mendele il venditore di libri. Una storia che è un vero e proprio concentrato del pensiero di Mendele Moicher Sfurim che mescola le idee innovative dell’Illuminismo con le tradizioni dell’ebraismo orientale che rimangono incrollabili anche di fronte ai più tremendi attacchi della storia. Per chi volesse cominciare a conoscere il mondo yiddish Fishke lo zoppo è forse il testo più indicato.