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Flamer

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È l’estate del 1995. Aiden Navarro è un adolescente come tanti: un po’ sovrappeso, timido e impacciato. Ha appena concluso le scuole medie cattoliche e partecipa al campo estivo scout. Nel bosco, all’aria aperta, davanti a un fuoco, si sente in pace. È contento di essere lontano da casa per una settimana e non dover assistere alle sfuriate di suo padre nei confronti di sua madre. Aiden ha una migliore amica che non vive nella sua stessa città. Si chiama Violet, si sono conosciuti durante un precedente campo scout. Ogni settimana i due si scrivono delle lettere nelle quali si confidano ogni cosa che accade loro. Aiden si sente diverso dagli altri ragazzi, non è un grande sportivo, ama realizzare cestini e si vergogna di farsi vedere nudo durante la doccia; si vede grasso, poco muscoloso e non sopporta la sua voce troppo acuta. Durante il campo scout ha conosciuto un ragazzo, si chiama Elias. I due sono inseparabili, condividono la stessa tenda e amano la stessa musica. Aiden prova dei sentimenti nei confronti di Elias che lo spaventano, si sente confuso, eccitato, la notte ha gli incubi; sogna di essere bruciato vivo da un prete. Non sa che gli prende, ha paura di provare certe emozioni. Al termine dell’estate inizierà le scuole superiori e non vuole certo rivivere quello che ha vissuto alle medie; non vorrebbe più sentirsi dire da qualche compagno “Frocio!”…

Il primo graphic novel di Mike Curato s’ispira alle sue esperienze personali all’interno del movimento Scout di cui ancora oggi fa parte. Curato inizia a frequentare il mondo dello scautismo sin da bambino, questo gli permette di fare tante esperienze, acquista consapevolezza di sé e conosce tante persone con cui stringe legami molto forti che perdurano ancora oggi. Nel 1995 – anno in cui è ambientata la storia – essere uno Scout omosessuale non era accettato e chi decideva di fare coming out veniva immediatamente espulso dall’associazione. Inoltre, negli stessi anni, era molto diffusa nell’opinione pubblica l’idea – anche se la scienza aveva smentito questa concezione già nel 1982 − che il virus dell’AIDS colpisse solo le persone omosessuali. Questa falsità incentivò per molto tempo atteggiamenti discriminanti nei confronti dei gay. Come Aiden, anche Curato si sente in quegli anni sopraffatto da quella cultura omofoba: “Volevo che il mio dolore cessasse, che le mie paure svanissero. Ero terrorizzato all’idea di dover andare al liceo e credevo di non farcela, ma la cosa peggiore è che mi odiavo”. Flamer racchiude un bel messaggio di positività, coraggio e speranza; la storia è ben raccontata e i disegni − che Curato ha realizzato insieme ai testi − esprimono perfettamente gli stati d’animo di Aiden. Inoltre, nelle ultime pagine del libro, sono indicati dei numeri di telefono molto utili per chi sta vivendo o ha vissuto pensieri suicidi.