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Fu sera e fu mattina

997 d.C., Britannia. Con il declino inesorabile dell’Impero romano la regione ha subito un’importante regressione culturale e sociale. Le ville romane sono oramai in disuso e quindi si è ritornati a costruire case di legno composte da un’unica grande sala priva di camino. Cala in maniera drammatica l’alfabetizzazione e tecniche importanti come la ceramica per la conservazione del cibo vengono presto abbandonate. Stanno iniziando i cosiddetti “secoli bui”. La cittadina di Combe, sulla costa sudoccidentale dell’Inghilterra, riflette in maniera lampante questa decadenza progressiva, con le sue case di quercia e i tetti di paglia. In una vive Edgar, abile costruttore di imbarcazioni, assieme ai genitori, ai fratelli e al vecchio cane Grendel. Edgar però vuole rimanerci ancora per poco in quella casa di quercia, perché ha intenzione di scappare via mare verso un villaggio di pescatori con la sua amata Sungifu, chiamata da tutti Sunni. Sunni è stata obbligata a quattordici anni a sposare Cyneric, un uomo del doppio dei suoi anni che la ragazza odia. Tutto è pronto e programmato fin nei minimi dettagli quando in uno sfortunato giovedì di giugno la campana del priorato inizia a suonare in maniera incessante. È l’allarme. Sulle coste sono sbarcati i vichinghi. In un attimo la furia di questi uomini dalle armature di pelle e dall’aspetto minaccioso travolge Combe e distrugge e saccheggia tutto ciò che è a portata di ascia…

Uno degli autori più letti e amati al mondo ritorna sugli scaffali con il prequel di uno dei suoi romanzi più celebri, ossia I pilastri della Terra. L’epopea di Kingsbridge è poi proseguita con altre due opere di grande successo come Mondo senza fine e La colonna di fuoco e si è arricchita ulteriormente con questo prequel che ci fa scoprire le origini della storia imbastita dall’autore gallese. Nel romanzo, come sempre ricchissimo di riferimenti storici frutto di una ricerca storia certosina, si mescolano le storie di quattro personaggi principali. C’è il costruttore di barche Edgar che vede il suo futuro spazzato via da un’orda di vichinghi e deve ricominciare la sua vita in un altro villaggio, c’è la giovane contessa normanna Ragna che si innamora del giovane nobile sassone Wilful e scopre quanto la vita in Inghilterra sia molto più arretrata rispetto a quella in Normandia e infine c’è il monaco illuminato Alfred, che si ritrova costretto a lottare contro la smania di potere dell’avido vescovo Wynstan. Intrighi e intrecci di personaggi dalla morale manichea che ci rendono un ritratto fedele della vita dell’epoca, in diversi strati sociali. Una narrazione più lenta rispetto al passato e con qualche influenza sex & romance a là Il trono di spade (anzi, à la Cronache del Ghiaccio e del Fuoco) di troppo ma Follett è sempre Follett. Lettura imprescindibile se siete fan dell’intera saga ma – va detto, pur a malincuore – non entusiasmante come gli illustri precedenti.

LEGGI L’INTERVISTA A KEN FOLLETT