
La villa dove si è consumato l’eccidio è nella zona di Contovello, nel quartiere di Prosecco, nella collina nord di Trieste. L’uomo, da generazioni proprietario di una banca privata, strangolato nel letto, i due figli piccoli di cinque e sei anni soffocati nella loro stanza e la moglie messa in croce, nuda, nel giardino di casa vicino alla piscina. Così ha trovato i cadaveri la governante filippina, al rientro dal suo giorno di riposo. E come per ogni macabro evento criminale, il caso deve essere seguito in diretta, occorre allestire lo spettacolo, il grande circo della sensazionalità. Del resto i giornalisti, come lui, non hanno nulla da invidiare ai Carognero, agli avvoltoi. La vicenda è complessa, simile all’Helter Skelter californiano degli anni ’60, per questo necessita dell’aiuto di Alessandra, una giovane collega di trent’anni, sua allieva preferita, e di quella grande figlia di puttana di Eva. Esausto, schifato e annoiato, inizia un lavoro pazzesco per raccogliere notizie, rompere il muro della giustizia, arrivare e rimanere primo rispetto ai network concorrenti, diffondere il sacro verbo della verità. Certo, di esperienza ne ha da vendere. E se questo fosse solo un orrendo gioco criminale, e i giornalisti la pedina di un caso preparato ed organizzato, sfruttati come canale di trasmissione dello scalpore, chiamati a celebrare un rito catartico, ad officiare ogni giorno una liturgia mefistofelica ed alimentare una macroscopica falsità?
“La verità. Come se esistesse una verità”. Questo è il tema che colpisce maggiormente chi si approccia alla lettura di questo libro. La ricerca della verità attraverso i canali dell’informazione. Ma di quale informazione? Quella ufficiale che si vede nei telegiornali e si legge negli articoli dei quotidiani, o l’informazione vera, più importante, quella che circola in un mondo sommerso, popolato da persone dedite al lecito o, spesso, all’illecito, e che utilizzano metodi più o meno legittimi? È questo il sistema che il protagonista di Fuori onda conosce bene, nel quale è completamente immerso ma di cui è ormai saturo, stanco di essere “una vecchia puttana del giornalismo”, che per anni ha volutamente ingannato tutti coloro che lo seguivano in tv. Senonché la stanchezza e il rigetto che costui prova, non sono limitati solo al contesto lavorativo, ma riguardano altri aspetti della propria esistenza, dal matrimonio finito, ma forse mai iniziato, con Giuliana al rapporto con i figli Carlotta e Piero. È sempre più consapevole di essere schiacciato dalla vita che lui stesso ha progettato e costruito, ma nella quale in realtà non c’è più. Sebbene l’autore del libro sia un uomo di legge, e infatti la trama ruota intorno ad un macabro massacro, con inevitabili cenni al mondo della giustizia, tuttavia la parte preponderante e più interessante del testo è di natura intimista. Giuseppe Mastrangelo utilizza in modo gradevole la tecnica del flusso di coscienza e della retrospezione, rappresentando i movimenti profondi della sensibilità e soffermandosi su aspetti della vita di considerevole importanza, il tutto senza appesantire la scorrevolezza della lettura. Duplice dunque il piano di lettura del libro, che ciascuno scelga quello che più lo affascina.