
Il corpo senza vita di Anselm Holland viene ritrovato completamente straziato. Il piede di Holland si è incastrato nella staffa del suo cavallo che, imbizzarrito dall’uso eccessivo della frusta, lo ha poi trascinato verso la morte. Ma Holland nemmeno da morto sembra intenzionato a lasciare ai due figli il possesso della sua eredità… Nessuno sa da quale anfratto sia spuntato Monk. È stato cresciuto nella casa di una vecchia eremita scoto-irlandese, ha imparato a distillare whisky di contrabbando dal vedovo Fraser e infine ha preso servizio presso una pompa di benzina di Jefferson. Ma una sera viene scovato con una pistola in mano e un cadavere ai suoi piedi… Lonnie, e Joe, un ragazzo sordomuto, abitano in una capanna conica sul cucuzzolo di un promontorio. Vivono una vita isolata e pescano con una lenza tesa da una sponda all’altra del fiume. Un giorno, Lonnie viene trovato annegato, impigliato alla sua lenza… Buck Thorpe è comparso dal nulla, con i suoi modi maneschi e brutali. È un attaccabrighe, un giocatore d’azzardo e un ladro di bestiame. Le sue spacconate gli sono state a lungo perdonate, almeno fino a quando non ha deciso di insidiare la figlia di Bookwright… Lo sceriffo di Jefferson riceve una telefonata bizzarra: è Joe Flint, lo yankee arrivato nella contea due anni prima, che afferma con tutta calma di avere ucciso la moglie, la figlia del vecchio Pritchel… In casa di Gavin Stevens irrompono i fratelli Harris: lui sprezzante, lei timorosa. Il capitano Gualdres, l’ospite argentino in casa loro, è deciso a sposare la vedova Harris per mettere le mani sopra la sua eredità milionaria. Il figlio pretende che Gualdres sia espulso dalla contea di Yoknapatawpha…
I sei racconti che compongono Gambetto di cavallo sono stati pubblicati da Faulkner su diversi libri, giornali e riviste tra il 1932 e il 1949, anno in cui gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura. Protagonista indiscusso è Gavin Stevens, avvocato e procuratore della mitica contea di Yoknapatawpha, Mississippi. Attorno a lui ruota uno stuolo di personaggi di basso rango tipici degli Stati Uniti meridionali: agricoltori, sceriffi, diseredati, eremiti, sordomuti. C’è la rude atmosfera dei romanzi di Steinbeck e l’estro raziocinante del miglior Sherlock Holmes. Ma non solo: Gambetto di cavallo non è una semplice raccolta di racconti polizieschi. Si tratta prima di tutto dell’ennesima prova dell’incredibile predisposizione di Faulkner per quello stile tanto intellettualistico quanto coinvolgente che lo ha reso celebre in tutto il mondo (qui reso magistralmente dalle traduzioni di Turchetti e Fatica). In seconda istanza, a risaltare è anche la volontà dell’autore di andare al di là della classica architettura narrativa ben congegnata tipica del genere poliziesco: il delitto, l’inganno e la vendetta sono innanzitutto eventi dell’anima, e solo la grande letteratura può connettere in una forma verosimile “gli episodi paradossali e reciprocamente contraddittori della storia di un cuore umano”. Gambetto di cavallo è proprio questo: il cuore umano che si svela lungo le strade sterrate, i campi di cotone e di granoturco, i pascoli e le baracche fatiscenti di una contea immaginaria del Mississippi.