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Gelosia

Gelosia

La sera della festa nel palazzo della principessa di Guermantes nel cielo di Parigi c’è una falce di luna, non ancora luminosa, con accanto una piccola stella. Uno degli ospiti, il cosiddetto Narratore, - non così sicuro di essere stato realmente invitato - si attarda in place de la Concorde. Lo precede il duca di Châtellerault, timoroso di essere riconosciuto per le sue frequentazioni indecenti. Quando l’usciere chiede al Narratore di farsi riconoscere, per poterlo annunciare alla padrona di casa, non c’è più tempo per tirarsi indietro: la festa lo accoglie e la principessa attende i suoi onori. Le sale sono riempite delle chiacchiere degli invitati, l’atmosfera è caotica - dominata da alcuni personaggi “monologanti”, intolleranti al dialogo - e le regole della mondanità danno i capogiri. Chi conviene salutare? In quale ordine? E come rispondere? L’obiettivo del protagonista è, tuttavia, essere presentato al principe ed è necessario un ospite intermediario. Scartate varie ipotesi deboli, tutto sembra costringerlo a dover ricorrere a una vecchia conoscenza, il perverso pederasta Charlus…

Dei grandi temi che attraversano la Recherche e che ne fanno un impareggiabile trattato psicanalitico e, naturalmente, uno dei massimi capolavori della letteratura, la gelosia occupa un posto privilegiato. L’affiorare di questo sentimento è graduale. Se la sua espressione compiuta avviene nella parte del romanzo in cui il Narratore prova a tenere segregata la sua Albertine (La prigioniera, appunto), fin dalle prime pagine la gelosia si insinua toccando anche altri personaggi. Questo libro scava nel giacimento di Alla ricerca del tempo perduto e porta alla luce qualche decina di pagine, in particolare dalla parte intitolata Sodoma e Gomorra. Non si tratta di un’operazione editoriale postuma: fu lo stesso Proust a estrapolare dal suo manoscritto le pagine - qui tradotte da Cristiana Fanelli - per farle pubblicare su una rivista nel 1921. Scopo: farsi pubblicità (un po’ come un trailer odierno) e ingannare il tempo che avrebbe portato al lento concludersi dell’opera. Daria Galateria, che firma l’introduzione di questa edizione Castelvecchi, cita una perfetta affermazione di Giacomo Debenedetti: la Recherche è “l’immensa istruttoria, l’implacabile interrogatorio che Proust, con l’ossessiva ostinazione della mania gelosa, rivolge alla sfuggente vita”. Perché, dunque, leggere Gelosia? Almeno due motivi: avvicinarsi alla grandiosa opera proustiana con un’anticipazione che non spaventa oppure, per chi già la conosce, concedersi una rilettura non casuale.