
L’Inferno c’è, l’Inferno esiste e si trova alle pendici di un vulcano al largo della disastrata Europa. Genesi, ovvero come tutto ebbe inizio nei Canti delle Terre Divise ‒ la trilogia ispirata alla Divina Commedia ‒, combina alla perfezione mistero e avventura à la Maze Runner con richiami alla letteratura alta dell’insuperato Alighieri, rivisitando la Comedia del sommo poeta fiorentino in chiave distopica, con echi apocalyptic-pop e suggestioni cinematografiche. Se Federico è l’architetto e deus ex machina dell’Inferno, egli è anche l’eletto destinato a viaggiare nelle sue viscere segrete, ben prima che Alec e Maj, gli adolescenti protagonisti della trilogia, si imbarchino in un’avventura incredibile. Lo scrittore milanese Francesco Gungui, già salito alla ribalta con Mi piaci così (edito da Mondadori nel 2008) ‒ primo di una serie di successi legati all’universo Young Adults ‒, entra nel mondo fantadistopico svelando le radici della sua saga. Che prefiguri un oscuro futuro per la nostra Europa alle prese con crisi economica divisioni e referendum secessionisti? È solo una delle possibili letture, altre fanno pensare al tentativo di rileggere un testo immortale come quello dantesco, che abbiamo colpevolmente relegato ai ricordi di scuola, in una prospettiva futuribile che si spera mai si realizzerà, esorcizzando paure e aspettative. Ma una cosa è certa: dopo aver letto Genesi chi non conosce ancora l’universo delle Terre Divise non potrà fare a meno di lasciare ogni speranza oltre la soglia e varcare il confine della città di Dite.