
La questione di come e dove ha avuto origine il mondo ha caratterizzato tutte le civiltà, dalla preistoria alla nostra epoca. Quando ancora non esistevano strumenti e la scienza era di là da venire, il mito rispondeva alla domanda (“All’origine della gran parte dei racconti mitologici c’è quasi sempre qualcosa di indistinto che sgomenta: il caos, la tenebra, una liquida e informe distesa, una grande nebbia. Fino a quando un essere soprannaturale interviene a dare forma, a portare ordine”). Quando al mito si sostituisce la scienza, allora le nostre origini sono incluse in una “storia molto più immaginifica e potente dei racconti mitologici”. Prima di Galileo Galilei, lo scienziato era uno studioso chino sui libri e inginocchiato di fronte all’autorità, ripetitore di formule “tramandate dalla tradizione”. Galilei è lo spartiacque tra una scienza fondata su principi ripetuti e la scienza moderna, il cui metodo “sta nell’uso di congetture verificate per mezzo di strumenti che consentono di osservare, misurare e catalogare i più disparati fenomeni della natura”. Il Sidereus Nuncius, pubblicato nel 1610, nel quale lo scienziato elenca e descrive tutte le sue scoperte, sconvolge e stravolge il mondo scientifico e religioso: affermare che la Luna non è un corpo celeste perfetto ma che presenta montagne e crateri, che il Sole ha macchie e ruota su sé stesso viene recepito come un’eresia che lo costringerà a pronunciare un’abiura, ma il cambiamento era già iniziato e l’uomo sarà da allora al centro di tutto, con la ragione. Ma come si è arrivati dall’uomo di Neanderthal e il suo linguaggio mono-vocale ad un’intelligenza capace di scoprire il bosone di Higgs?
Guido Tonelli è un fisico e professore di Fisica Generale all’Università di Pisa. Esperto in Fisica delle alte energie lavora al CERN di Ginevra dove, nel 2012, insieme alla fisica Fabiola Gianotti (ora direttrice generale del Centro stesso) arriva alla scoperta del bosone di Higgs. Grande divulgatore con la dote speciale di saper chiarire ai profani concetti inaccessibili, ha pubblicato diversi libri. Qui, in particolare, ci affascina con la storia di come si è arrivati a scoprire il bosone di Higgs, agguantato per una minuscola frazione di tempo, ma sufficiente per catturarne una traccia inconfutabile. Il nostro pianeta ci appare confortevole e accogliente, ma se usciamo negli strati dell’atmosfera la temperatura precipita repentinamente. La Terra e l’Universo che conosciamo sono nati dal fuoco e, per scoprire da cosa tutto ha avuto origine è necessario ricreare quelle condizioni, possibile solo con l’ausilio di apparati giganteschi come Lhc, l’acceleratore del CERN, che si estende per 27 km nel sottosuolo vicino a Ginevra. L’acceleratore è in grado di riscaldare “minuscole porzioni di spazio a temperature simili a quelle dell’universo primordiale, riportando così in vita particelle estinte che riemergono per un istante dal sarcofago gelido in cui sono ibernate e le possiamo studiare in dettaglio, dopo un sonno di 13,8 miliardi di anni”. In questo modo gli scienziati del CERN hanno potuto “vedere” la “particella di Dio”. Il narrare di Tonelli è molto piacevole, pieno di riferimenti mitologici, storici, filosofici, di storia dell’arte, con metafore singolari e molto azzeccate. Certo, l’argomento non è di facile assimilazione, ma come dice Tonelli “il racconto delle origini deve essere conosciuto da tutti”.